La Galleria della Fondazione Wilmotte presenta la mostra dal titolo “Relectures”: alcuni progetti di allestimento di Jean Michel Wilmotte interpretati da Alessandra Chemollo.
La fotografa esplora lo spazio nelle direzioni consentite dai movimenti di un obiettivo decentrabile, ricreando un’unica immagine, esito della sovrapposizione di più fotografie. Una ricerca sulle relazioni tra architettura e museografia, giocata sulle possibilità di estensione del campo visivo.
Jean-Michel Wilmotte e Alessandra Chemollo si sono incontrati in occasione delle riprese fotografiche dell’esposizione « Les Indiens des Plaines » al Museo di Quai Branly a Parigi.
Interessato al suo lavoro, l’architetto ha proposto alla fotografa la rilettura di alcuni progetti di allestimento realizzati dallo Studio Wilmotte.
Ci sono diverse modalità, per un architetto ed un fotografo, per lavorare insieme. Con molti gradi di libertà possibili.
A presupposto dei quali deve esservi sempre, per l’architetto, la finalità di ritrovare il suo progetto visto attraverso un altro sguardo, capace, come dice Alvaro Siza, di rivelare «i processi inconsci» del progettista.
In questo caso c’è un ulteriore attore protagonista: l’opera esposta, che molto spesso si impone, annullando tutti i livelli sovrapposti nell’immagine: le scelte di un architetto che lavora «per arte di cavare» e quelle di un fotografo che crede che l’unica possibilità interpretativa possibile sia quella che nasce da un atteggiamento di ascolto del soggetto.
Le 17 fotografie esposte (di formato variabile, dal 70x90 cm al 150x190 cm) sono realizzate generando un’unica immagine a partire dalla sovrapposizione di molte.
Con una tecnica che prevede l’utilizzo di un programma informatico per montare le fotografie realizzate con un obiettivo decentrabile applicato ad una camera digitale. Per ricomporre i pezzi realizzati esplorando lo spazio nelle direzioni consentite dai movimenti dell’obiettivo: un’immagine virtuale ricreata cercando un ampliamento del campo visivo, operato per aggiunta di frammenti.