Venezia, città d’acqua, si appresta a ospitare 'Plessi in Venice', un grande progetto, interamente
dedicato a questo elemento naturale, interpretato da Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940), uno tra
i maestri italiani più riconosciuti e apprezzati a livello internazionale.
Proprio l’acqua è l' elemento che, fin dal
1968, guida molte delle sue creazioni, siano esse installazioni, film, videotape e performance.
Come ha avuto modo di ricordare lo stesso Plessi, “l’acqua è sempre stata il motivo dominante
della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale”.
'Plessi in Venice' si compone di due momenti distinti, entrambi a cura di Marco Tonelli.
Alla Tesa 94 all’Arsenale, un’unica grande installazione, dal titolo Liquid light, che per la prima volta da quarant’anni a
questa parte non reca traccia alcuna di monitor o schermi al plasma, ma solo una tenue e
misteriosa luce azzurrina (che ricorda la luce della televisione), che fuoriesce dalle chiglie di
quattordici barche rovesciate, le llaüt, imbarcazioni tradizionali delle isole Baleari per la pesca a
strascico e il sottofondo sonoro delle onde del mare.
A seguito dell’intervento della Comunità Europea che incentivava la loro dismissione, molte llaüt
furono abbandonate dai pescatori. Fabrizio Plessi, dopo una fase di minuziosa ricerca e recupero a
Mallorca, ha voluto dar loro nuova vita rendendole contenuto e contenitore di questa installazione
che omaggia il Mediterraneo.
Alla Ca’ d’Oro, nelle stesse date, 'Plessi. Liquid Life. Il flusso della memoria. 1000 progetti', una videoinstallazione in cui schermi, inseriti all’interno di tavoli,
rimanderanno le immagini di un “flusso elettronico” di acqua, a rappresentare idealmente il flusso
dei pensieri e dell’intera sua vita creativa.