Proiezione del film 'La vita e niente altro', titolo originale La vie et rien d’autre. Regia di Bertrand
Tavernier. Interpreti: Philippe Noiret, Sabine
Azéma, Pascal Vignal, Maurice Barrier,
François Perrot
Or. Francia, 1989
durata 134’
Verdun, 1920: due anni dopo la fine della Grande
Guerra si incontrano e si innamorano una vedova
di guerra che cerca il corpo del marito e il maggiore
Dellapiane, capo dell’Ufficio ricerca e identificazione
dei soldati caduti.
L’indignazione che connota sempre Tavernier lo
spinge ad affrontare un tema nuovo, un tabù della
cinematografia francese: il silenzio ufficiale sui trecentocinquantamila
dispersi della Grande Guerra,
oggetto di una colpevole rimozione collettiva. L’indignatio
tavernieriana fa presto ad accendersi, a prefigurare
sguardi, paesaggi, figure. Nasce così l’idea,
suggerita dalle indagini di Jean Cosmos, di ambientare
un film nel 1920, sulla piana di Verdun, fra i
parenti delle vittime impegnati nella pietosa ricerca di un oggetto utile all’identificazione di un segno.
La vie et rien d’autre si intitolerà il film, parafrasi di
un verso di Paul Éluard, e sarà un film d’amore e
un film civile, con il ritorno in grande stile di Noiret
protagonista nei panni di un comandante assalito
dal dubbio storico e dal dubbio esistenziale, il secondo
più corrosivo del primo, poiché mette in
questione non solo il soldato ma l’uomo.