ore 18.00 Proiezione di Il cibo dell’anima – prima parte
(Storie ebraiche, dell’Islam, buddiste, di sick)
ore 21.00 Proiezione di Il cibo dell’anima – seconda parte
(Storie valdesi, Storie di clausura, Storie di Osho)
(Italia, 2008, 84’ e 80’)
di Piero Cannizzaro
Introducono l’autore e Roberto Ellero
Espresso soprattutto attraverso comportamenti e scelte individuali, determinati da sensibilità interiori, da sfumature e particolarità che costituiscono la sfera spirituale umana. Appartenenze a credi religiosi costituiscono gruppi coesi con un’identità di gruppo definita e unica. Il credo religioso è spiritualità che si materializza attraverso azioni e atti di fede. Così è anche per il cibo. L’uomo attinge ai prodotti materiali che la terra offre e li trasforma per alimentarsi. Il cibo diventa cultura, storia, ricerca del gusto, esprime l’identità e l’appartenenza, è incontro e scambio. E in tutto questo raggiunge una sorta di simbologia propria, che molto ha di spirituale, nella convivialità, facilitando amicizie ed alleanze. […] Questi gruppi comunitari si distinguono appunto per scelte di fede, e anche per scelte di cibo, strettamente collegate al credo religioso, a completamento del benessere dell’anima, nella scelta del giusto e corretto benessere fisico. Cannizzaro (che ha già al suo attivo mirabili lavori documentaristici come quello sulla “Taranta”) porge a noi spettatori le “alterità-diversità” attraverso lo schermo cinematografico con una tale freschezza e immediatezza comunicativa che il “dialogo” auspicato attraverso lo strumento cinema viene da noi spettatori pienamente colto. Un cinema, dunque, che sa parlare al plurale, che porge il giusto messaggio per superare pregiudizi e contraddizioni in tutte le forme di relazioni sociali, aiutando in maniera decisiva quello sforzo in atto a vari livelli istituzionali a determinare una società oltre che plurale anche pluralista.