Da Venezia a Costantinopoli: musiche di baili veneziani e compositori ottomani tra XVII e XVIII secolo

Nel corso del tempo i rapporti tra Venezia e Bisanzio - ribattezzata prima Costantinopoli e poi Istanbul – furono segnati da fasi di ostentata e corrucciata chiusura così come da fasi di amabile curiosità verso l’altro da sé. In questa millenaria storia d’amore svetta l’opera dell’ambasciatore (bailo) Giovan Battista Donado (1627-1699) intitolata Della Letteratura de’ Turchi (Venezia 1688) così come quella dell’abate gesuita Giambattista Toderini (1728-1799) intitolata Letteratura Turchesca (Venezia, 1787): entrambi gli autori si occuparono di cultura ottomana ma soprattutto, tratto essenziale per questo nostro concerto, ne descrissero la musica arrivando a trascriverne dei brani che si potranno ascoltare a Venezia a distanza di secoli dalla loro prima pubblicazione. Aumenta la preziosità dell’evento la traduzione dei testi raccolti da Donado ad opera del turcologo Giampiero Bellingeri, così come l’aver affiancato il brano trascritto da Toderini, intitolato Concerto Turco Nominato Izia Semaisi, al suo modello originale, quell’Hicâz Son Yürük Semâ’î che conclude ancor oggi almeno tre cerimonie (âyin) dei dervisci rotanti (mevlevî).

A questi brani raccolti da veneziani hanno avvicinato delle composizioni che risuonavano alla corte ottomana all’epoca di Donado, trascritti in notazione occidentale da uno strano e controverso personaggio dal nome di ‘Alî Ufkî (alias Albertus Bobovius, alias Woiciech Bobowski, 1610?-1675?) sotto il quale si celano diverse personalità. Ne emerge una musica elegante e raffinata che testimonia la fase aurale della musica classica ottomana.

Stefano Albarello: cetra qanûn, liuto a manico lungo setâr, canto

Giovanni De Zorzi: flauto ney, direzione

Fabio Tricomi: tamburo a cornice daf, tamburo a calice zarb, viella kamançe