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Le città invisibili

Venerdì 4 settembre la Bag Photo Art Gallery, presso l’Officina delle Zattere, presenta Le città invisibili, bi-personale di Alberto Andreis e Giovanni Marinelli. La mostra, a cura di Gaia Conti e Christina Magnanelli Weitensfelder, ha come oggetto l’interpretazione della realtà attraverso lo studio della città come organismo fisico e meta-fisico.

Il titolo dell’esposizione, Le città invisibili, è un chiaro omaggio alla sorprendente, e ancor oggi innovativa, opera del grande scrittore italiano Italo Calvino -“Ora scrivevo solo città contente, ora solo città tristi... uno stato d’animo, una riflessione, una lettura, una suggestione visiva, mi veniva di trasformarli in un’immagine di città” - da Sono nato in America. Interviste 1951-1985. Questo, lo spirito dell’esposizione: raccontare di una città personale, intima, nascosta, di città che potrebbero essere qui, ma forse si trovano altrove. Un altrove, che essendo difficilmente localizzabile, le rende di fatto invisibili.

Giovanni Marinelli, è un fotografo di lungo corso abituato a catturare momenti della quotidianità, spazi, situazioni e tempi cadenzati. In questa nuova produzione, invece, riesce a cristallizzare in un gesto un’atmosfera, un pensiero. L’artista individua nell’oscurità e nel non detto il suo modus operandi. Poca, pochissima luce, quasi il buio totale. Il nero è il colore del mistero, del caos e dell’inconoscibile. I suoi black buildings creano una comunicazione liberata dai canoni tradizionali, che tende a sussurrare l'incomunicabile, piuttosto che gridarlo apertamente. Una scelta che sembra scaturire da una determinazione interiore velata da nostalgia, da tristi ricordi che affiorano piano piano.

Le atmosfere degli scatti di Alberto Andreis, artista poliedrico, sono altrettanto nostalgiche, anche se fattivamente dissimili. Il suo lavoro si muove in un territorio di prossimità, ma non di compiuta identificazione e i suoi sono dei soggetti urbani non asserviti alle esigenze della visualizzazione architettonica. Blues, Reds, Blacks e Greens - i titoli delle immagini, i blu, i rossi, i neri e i verdi. Il filo conduttore che lega la sua narrazione sta nel particolare che sottolinea, una luce, un cartellone, un’atmosfera, un profilo diventano il punto di emanazione tematica.

La città invisibile è un’atmosfera onirica, un simbolo, è finzione e chimera, è mentire e dire la verità. La propria. Con gli occhi di chi guarda e diversamente negli occhi di chi vede. Le città invisibili di questi due fotografi ritrovano nel fondo della memoria, nell'inconscio o nella ragione, le figure di molte città, per raccontarle. Entrambi hanno la capacità di interpretare, attraverso l’arte, lo spirito del proprio tempo e restituirlo in assoluta libertà.

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 05/09/15 al 18/10/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
Giorni di chiusura: Lunedì
dove
Officina delle Zattere
Dorsoduro, Fondamenta Nani 947 - 30123 Venezia
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