teatro
La gatta sul tetto che scotta

Secondo Premio Pulitzer nel 1955 per il drammaturgo statunitense Tennessee Williams (il primo nel 1948 gli venne assegnato per Un tram che si chiama desiderio), La gatta sul tetto che scotta narra la storia di una donna, Maggie, che per alleviare la cocente situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Di bassa estrazione sociale, Maggie la gatta, teme di dover lasciare la casa ed il marito, Brick se non riesce a dare alla famiglia di lui un erede. Durante un acceso scontro verbale tra Maggie e Brick, la donna asserisce di sentirsi come “una gatta su un tetto che scotta”, decisa a non cadere giù: ha conquistato con fatica una posizione sociale e non vuole rinunciarci. Il suo sogno è coronare l'ideale d'amore che si è prefissata mediante la desiderata gravidanza. Brick non tollera le sue affermazioni e Maggie lo incalza accusandolo di essere un alcolista per la perdita del suo più caro amico, Skipper, un ex compagno di squadra morto suicida perché innamorato di Brick e forse da lui ricambiato. Tra giochi passionali e abili caratterizzazioni, affiorano sensualità cariche di sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale della purezza dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale pieno di ipocrisie.

La famiglia è ancora il luogo dove Williams fa risuonare le sue parole, il luogo dove, grazie alla sua capacità di narrare i sentimenti dei personaggi, un gruppo di attori possono dare vita ad una coralità di conflitti. È difficile trovare in questo autore dei personaggi non risolti, dei personaggi di cui sia difficile trovare una propria emotività, sarà anche perché lui non sembra avere paura del melodrammatico, dell'eccesso, del melò, anzi li usa come parte della nostra vita. Forse proprio perché non ha paura del falso e dell'esagerato riesce, per contrasto o completamento, a trovare il vero. Sotto, nascosto da qualche parte ma che scalpita e brucia, c'è il sogno, di due uomini che si innamorano, di una donna che fugge dalla povertà della sua infanzia, di un dispotico e misogino padre imprenditore, fattosi tutto da sè, che scopre davanti all'ipotesi della propria morte una fragilità ed una tenerezza per il figlio alcolizzato, sportivo fallito. Ma anche il sogno della moglie di lui, donna abituata a fare di se stessa la rappresentazione vivente di una bugia ma che alla fine non potrà che farsi abitare dalla propria infelicità. Pochi scrittori di teatro hanno avuto un rapporto così forte con l'immaginario, dove si concentra in un unico spazio temporale e fisico, l'ossessione di un'idea di amore impossibile, perché troppe sono le rinunce di una famiglia dedita al successo e ai soldi, alla proprietà, in cui la vita appartiene a chi la sa comprare e a chi la vive secondo la più bieca convenzione. (...)Come i vetri degli animaletti di un personaggio di un altro testo di Williams, Lo zoo di vetro, anche i personaggi di questo dramma si rompono, vanno in frantumi, facendo molto rumore, anche se ci sarà l'ipocrisia di chi dirà che non ha sentito niente, di chi non si è accorto che c'è una casa che brucia e sopra al tetto che scotta una gatta, che di saltare giù non ne vuol proprio sapere. (Arturo Cirillo)

Spettacolo di Tennessee Williams. Traduzione di Gerardo Guerrieri, con Vittoria Puccini | Vinicio Marchioni | Paolo Musio | Franca Penone | Salvatore Caruso | Clio Cipolletta | Francesco Petruzzelli

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 27/01/16 al 31/01/16
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro Toniolo
Piazza Ferretto Mestre
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