Il FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto mette in mostra dal 22 ottobre al 6 gennaio al Negozio Olivetti in Piazza San Marco, bene gestito dal FAI, trenta fotografie di Gianni Berengo Gardin realizzate tra 2013 e 2014, che ritraggono il quotidiano passaggio delle Grandi Navi da crociera nella laguna di Venezia.
La mostra, già ospitata dal FAI a Villa Necchi a Milano nel 2014 e già curata da Alessandra Mauro (Fondazione Forma), e ripropone alcuni dei celebri scatti esposti in quella sede con l’aggiunta nel catalogo di alcune fotografie meno recenti, comunque dedicate a Venezia, che appartengono al repertorio del Maestro, legato a questa città da una lunga e affettuosa frequentazione, che risale all’infanzia e che ha ispirato alcuni suoi importanti lavori.
Le Grandi Navi, nell’interpretazione del FAI, sono la manifestazione più evidente, ma non unica, di un problema ben più ampio che interessa la città, soggetta da anni ad un flusso turistico crescente, insostenibile e ingovernato, che se da un lato costituisce una risorsa economica irrinunciabile per Venezia, dall’altro ne sta evidentemente compromettendo l’integrità e l’identità.
La mostra al Negozio Olivetti rappresenta l’occasione per il FAI di accendere un dibattito sul tema dell’eccesso di turismo, che potenzialmente interessa altre città d’arte italiane come Firenze o Roma o monumenti come il Colosseo o Pompei, e di suscitare contributi autorevoli, italiani e stranieri, che possano mettere in campo idee e modelli di gestione e sviluppo sostenibili, alternativi e virtuosi, per il bene di Venezia.
Le Grandi Navi non sono il problema di Venezia, ma sono senza dubbio un problema – per la loro smisurata dimensione il più vistoso – che non può essere ridotto alla contrapposizione semplicistica tra un SI o un NO al loro passaggio, ma che richiede approfondimenti e dati, idee nuove e condivise e la contestualizzazione nel più ampio tema del turismo sostenibile, su cui Venezia, volente o nolente, può candidarsi a divenire un caso d’analisi e sperimentazione.
L’esposizione delle fotografie, anche nelle intenzioni dell’autore, intende documentare il passaggio delle Grandi Navi, senza suggerire alternative ad esso. L’implacabile bianco e nero delle fotografie di Gianni Berengo Gardin ha, come sempre nei suoi lavori, lo scopo di portare alla luce con occhio sensibile e critico i contrasti della realtà, della società, del paesaggio, rappresentati senza filtri o attenuazioni, nella loro cruda essenza.
Gianni Berengo Gardin non ha mai voluto essere definito un artista, la sua missione è sempre stata quella di documentare, di essere un testimone del proprio tempo e anche davanti a queste presenze anomale, abnormi ed estranee al panorama veneziano – le Grandi Navi -, il fotografo ha fatto quello che meglio sa fare: comunicare attraverso le sue fotografie. “Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas mi turbava profondamente”.
La mostra sarà accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Dopo essersi trasferito a Milano si è dedicato principalmente alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskar Barnack Award. È molto impegnato nella pubblicazione di libri (oltre 200) e nel settore delle mostre (oltre 200 individuali). Contrasto ha pubblicato di recente Il libro dei libri (2014) che raccoglie tutti i volumi realizzati dal maestro della fotografia (oltre 250) e Manicomi (2015). L’archivio di Gianni Berengo Gardin è gestito da Fondazione Forma per la Fotografia di Milano.
(In foto Grande nave in uscita dal canale della Giudecca nel Bacino di San Marco, tra l’Isola di San Giorgio e la Punta della Dogana. Venezia, aprile 2013. Gianni Berengo Gardin/ Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia)