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teatro
Fermata PPP: Provocatoria Poetica Pasoliniana

Scrittore, poeta, cineasta, pensatore militante, mito critico e tragico, 'testimone carnale' di ieri, profeta dell'oggi, spirito più moderno di ogni artista moderno, l'anti-istituzionale Pier Paolo Pasolini a 40 anni dalla sua scomparsa si vede attribuito un serissimo omaggio di programmi, progetti e risguardi.

Letture a cura di Voci di Carta. Nino Carollo, riprese video. Anna Freschi, violoncello. Simonetta Nardi, ideazione e regia

[…] Nel 1993 Asor Rosa scriveva su 'L'Unità' poiché le parole di verità sono rare, anzi rarissime, dopo la morte di Pasolini siamo entrati in una dimensione sempre crescente di afasia, di assenza di discorso. E in altra parte dello stesso articolo scriveva: 'Il Pasolini delle prime raccolte poetiche e delle prime prose (Poesie a Casarsa, Atti impuri e Amado mio, testi di straordinaria bellezza) lo si può definire il poeta più genuinamente décadent di tutta la tradizione poetica italiana novecentesca. Per décadent intendo il poeta che vive il suo rapporto con la vita, e quindi con il linguaggio, e quindi con la poesia, come un assoluto, in cui vita e poesia tendono a confondersi e la vita medesima viene concepita come una drammatica, anzi tragica discesa all'inferno.' In questa con-fusione tra poesia e vita il discorso pasoliniano resta stilisticamente in perenne tensione tra norma e libertà, ordine e disordine, mimesi e invenzione. In Poesie a Casarsa il giovane sperimentalista Pasolini adotta il friulano come linguaggio speciale per la poesia. Intende così elevarlo a dignità di lingua, farne linguaggio assoluto, favorendo così il regresso a una condizione pre-logica, dove le parole risuonano, evocando sensazioni primitive. Pasolini verrà risvegliato dall'ordigno esplosivo del friulano, proprio mentre era intento a innescarlo. Così scriveva: 'Come linguaggio speciale per la poesia io adottai il friulano, ed era l'esatto contrario di ogni tendenza al realismo. Era il massimo dell'irrealismo, il massimo dell'oscurità. Una volta stabilito, tuttavia, il contatto con il dialetto mi resi conto d'essere approdato a qualcosa di vivo, di reale.' Queste parole di verità, vive e reali , fanno irruzione , attraverso le provocatorie incursioni di lettori , alla fermata dell’autobus, in coda alla biglietteria , in luoghi di attesa, in luoghi pubblici . Pasolini tra la gente, nel tentativo di violare l’assordante afasia e la desolante assenza di discorso che paventava Asor Rosa. Fermata ppp vuol testimoniare l’urticante attualità della poesia pasoliniana, tesa tra il suono evocativo delle poesie friulane fino all'impegno civile dei poemi contenuti nella raccolta Le ceneri di Gramsci. (Paolo Gallina)

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Biglietto: ingresso libero
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novembre 2015
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Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
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