Mostra dal 15 novembre al 13 dicembre 'Evolution Visio.
Fotografie di Giovanni Cecchinato'. A cura di Riccardo Caldura
'Il nostro essere attori partecipi, all’interno della città, è costantemente pizzicato da una serie continua di immagini che trasferiscono al nostro cervello stimoli, sensazioni e percezioni diverse che manifestano il benessere o il malessere di una situazione urbana generalmente difficilmente decriptabile. Esiste un processo mentale gerarchico che definisce la memoria dei luoghi. Quasi mai la scala dimensionale è quella che ne determina la scala gerarchica. Spesso ciò che resta impresso nella mente di una piazza o di uno spazio libero è la posizione dell’edicola, di un chiosco, di uno stendardo e non quella degli edifici che fanno da contorno o occupano la stessa piazza. L’equilibrio compositivo e la riconoscibilità degli spazi vuoti, la loro pulizia formale sono condizione fondamentale per la percezione di una “bella” città equilibrata e ordinata. Questa mostra fotografica, e il suo elevato livello analitico nella lettura del contesto urbano, sono occasione per discutere su come questo processo critico possa essere elemento fondamentale per dare un senso al vivere bene (in strada, nella città). Un modo per riflettere su come questo tessuto arterioso indifferenziato degli spazi vuoti (le strade, i marciapiedi, i giardini, i canali e le loro rive ecc.), elementi comuni alla città, debba e possa essere la cornice di una città “visibilmente” bella. È quindi meglio (anzi è indispensabile) un vaso di fiori o un addobbo che segua le stagioni, un angolo del marciapiede pulito e privo di cartacce, per ricordare e vivere positivamente un luogo architettonicamente bello.
In questo senso, la Città deve dare indicazioni prescrittive chiare perché questo avvenga affinché “le regole” siano non solo quantitative ma producano anche una visibile percezione della loro bontà e opportunità per una migliore qualità della vita.
A tal riguardo nella Città Giardino di Marghera il progetto e la sua effettiva realizzazione originale hanno portato, in parte nel tempo, alla riduzione della sua caratterizzazione qualitativa funzionale a favore di una deformazione quantitativa funzionale. Del tutto differente invece la sorte della Terraferma Mestrina la cui pianificazione e le cui norme hanno avuto una impostazione esclusivamente quantitativa. La differenza tra le parti del territorio è visibile e va recuperata nella sua qualità funzionale enfatizzando e ponendo sotto gli occhi di tutti gli elementi di riconoscibilità dell’architettura e dell’urbanistica.'
(ario Toffanello,
Fabio Bevilacqua e
Pietro Lotto)
La mostra sarà poi esposta dal 15 al 30 gennaio 2016 all'
Università di Architettura,
Venezia e dal 6 febbraio al 6 marzo 2016 alla
Galleria d'Arte Biffi,
Piacenza.