Ensemble di ottoni
Classica e Jazz a confronto, da Giovanni Gabrieli a Duke Ellington
Programma
John Dowland 1563 – 1626
Airs and Dances (arr. Roger Harvey)
John Smith his Almain
Fortune
Dames and a Squire
In Darkness Let Me Dwell
My Lady Hunsdon’s Puffe
Giovanni Gabrieli 1557 – 1612
Sonata Pian e Forte
Johann Sebastian Bach 1685 – 1750
Herz und Mund und Tat und Leben, BWV 147
Traditional English
Greensleeves
Antonio Vivaldi 1678 – 1741 (arr. Roger Harvey)
Inverno da “Le Quattro Stagioni”
Witold Lutoslawski 1913 – 1994 (arr. R. Harvey)
Variations on a Theme by Paganini
Duke Ellington 1899 – 1974 (arr. R. Bissill)
Caravan
Billy Strayhorn 1915 – 1967 (arr. P. Smith)
Lush Life
Vincent Youmans 1898 – 1946 (arr. M. Nightingale)
La Carioca
Paul Hart 1945
Surprise Variations
London Brass
Perfezione tecnica e virtuosismo, miscela di rigore richiesto dalle partiture classiche e verve jazzistica. È quanto offre il programma del versatile ed eclettico London Brass, specialista della sintesi alchemica tra esperienze musicali, classiche, jazz e tradizionali in un programma che conduce dalle danze e dai song del compositore elisabettiano John Dowland sino al contemporaneo compositore e arrangiatore Paul Hart. Riletture e musiche originali scelte nel repertorio rinascimentale, barocco, popolare (è il caso della celebre melodia popolare inglese Greensleeves) e in quello degli standard jazz. Un’altra arte si afferma nel programma, ed è quella dell’arrangiamento, della ‘riscrittura’, dell’adattamento a un nuovo organico, a una diversa strumentazione o della semplice trascrizione di una composizione preesistente. Un’arte che permette ai London Brass di collaborare a collane editoriali contenenti serie antologiche di arrangiamenti (www.brasswindpublications.co.uk) e di rappresentare un esempio di culto nel mondo degli ottoni. Non si evocano qui i dettami della ricerca storica, non si ricorre all’uso degli strumenti antichi, neppure dei progenitori dei moderni ottoni: i tromboni rinascimentali e i cornetti lignei a bocchino che originariamente intonavano a Venezia le canzoni di Giovanni Gabrieli o il liuto e i consort di viole per le danze del compositore elisabettiano John Dowland. Gli arrangiamenti di pagine celeberrime di Bach, Vivaldi, Paganini risuonano convenientemente arrangiate per un ensemble duttile, ricco nelle dinamiche e luminoso nel suono e impeccabile nell’intonazione e nell’agilità. Ma in un programma bifronte è il jazz a far risaltare altre attitudini dell’ensemble, ovvero quelle dell’improvvisazione e dello swing.
Il London Brass, “l’ensemble di ottoni più famoso al mondo”, festeggia nel 2016 i trent’anni di attività. Fondato infatti nel 1986 da alcuni dei membri dello storico Philip Jones Brass Ensemble, a metà degli anni Novanta ha inserito nel proprio organico due musicisti jazz (tromba e trombone), aprendosi così a nuove sonorità, ma mantenendo le sue radici classiche. Grazie a questa apertura, compositori come Django Bates, Mike Gibbs, Mark Anthony Turnage, Michael Nyman e Richard Rodney Bennett hanno scritto nuovi lavori per l’ensemble, che ha potuto collaborare anche con musicisti del calibro di Louis Hardin e John Surman. Si sono esibiti nelle più importanti sale da concerto del mondo tra cui: Lincoln Center di New York, Suntory Hall di Tokyo, Royal Albert Hall (BBC Proms) di Londra, Teatro alla Scala di Milano.