La mostra presenta la storia dell’uomo che ha inventato il libro moderno e il concetto stesso di editoria, facendo di Venezia la capitale internazionale della
stampa.
L’esposizione, attraverso capolavori assoluti di Giorgione, Carpaccio, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Tiziano, Lorenzo Lotto, Pietro Lombardo, racconta come il progetto di Aldo e i suoi preziosi libri si intrecciarono a
Venezia con un’arte nuova, nutrita dalla pubblicazione dei classici greci e latini.
La mostra curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Giulio Manieri Elia, ripercorre, attraverso oltre cento opere d’arte in prestito da grandi musei italiani e stranieri e più di trenta rarissime edizioni stampate tra la fine del XV e i primi anni del XVI secolo, una
stagione unica e irripetibile nella storia della cultura europea e occidentale. Una vera e propria Età
dell’Oro, durante la quale il libro si rivelò capace di trasformare il mondo dando vita al
rinascimento di Venezia, città effervescente – superando i 150 mila abitanti è nel Cinquecento tra le
più ricche e popolose del continente – dove ogni tipo di linguaggio artistico riesce, nello spazio di
pochi decenni, a trovare la sua più efficace espressione.
È in questo periodo storico che Venezia conquista e afferma definitivamente il ruolo di cerniera tra
l’Oriente e l’Occidente, passando da essere semplice piattaforma per scambi di natura commerciale
a luogo dove si mescolano culture, tradizioni, saperi. Una ricchezza di spunti davvero straordinaria,
rappresentata in mostra da una grande varietà di linguaggi espressivi: pittura, scultura, incisione,
arte suntuaria, cartografia. Per arrivare naturalmente alla stampa, con alcuni tra i più preziosi
esemplari attribuiti all’attività di Aldo Manuzio, come le edizioni finemente miniate in arrivo da
Manchester o il rarissimo Aristotele del 1496 in prestito dalle collezioni dell’Escorial.
Sfruttando l’imponente rete logistica della quale solo una città mercantile come Venezia poteva
disporre, Manuzio riuscì a immaginare e realizzare il suo straordinario programma che per la prima
volta prevedeva di rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi
classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi
raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio,
Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare.
Proprio grazie a Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo, il volgare si affermava,
accanto al latino, come la lingua della contemporaneità in tutta Europa, confermandosi tale secondo il canone che elesse Dante, Petrarca e Boccaccio come modelli.
La circolazione di questo patrimonio di testi e di idee non solo contribuì a creare una cultura
comune europea, capace di integrare l’ambito classico greco-romano al mondo moderno e
contemporaneo, ma favorì l’emergere di temi e motivi assolutamente nuovi anche nel campo delle
arti figurative; maestri quali Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari trassero
decisa ispirazione dai testi della classicità greca e latina, ora finalmente fruibili con facilità anche da
un pubblico laico.
A seguito della riscoperta della poesia greca e latina, la pittura rivolge ora un nuovo sguardo anche
sulla natura: abbandonate le suggestioni medievali che dipingevano una natura ostile, dura, popolata
da fiere feroci, l’arte si apre a una rappresentazione del paesaggio inteso come culla della civiltà,
come paradiso terrestre nel quale l’uomo è destinato a vivere.
La mostra testimonia questo passaggio attraverso i modernissimi paesaggi di Giorgione, i disegni
del giovane Tiziano, le incisioni di Giulio Campagnola, i bronzetti di Andrea Briosco.
Un’importante sezione del percorso espositivo sarà dedicata all’intenso rapporto che legò Aldo alla
cultura del nord d’Europa e a Erasmo da Rotterdam. Il filosofo olandese - che per pubblicare la
nuova e definitiva edizione dei suoi Adagia visse a Venezia, ospite della famiglia di Manuzio per
quasi un anno - oltre ad apprezzare la cura delle edizioni aldine, riteneva che fosse di importanza
fondamentale, per la circolazione del suo pensiero in tutta Europa, che i suoi lavori fossero stampati
proprio da Manuzio. Il rapporto di stima tra i due simbolizzato, in mostra, dalla presenza della copia
dei Poeti Cristiani stampata da Aldo nel 1504 e appartenuta allo stesso Erasmo.
La mostra non mancherà di proporre altri tesori di grandissimo valore culturale: come la
Hypnerotomachia Poliphili, il libro illustrato più celebre e raffinato di Aldo Manuzio con fantasiose
xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon; ma soprattutto uno degli
unici due esemplari rimasti al mondo di aldina non rifilata dopo la sua stampa. Un libro dal valore
storico inestimabile, (un Euripide di proprietà della Morgan Library di Washington, per la prima
volta esposto in Europa) capace di dimostrare nella sua purezza e linearità l’idea di armonia e il
senso di composizione che aveva Aldo nel progettare l’architettura grafica delle diverse pagine,
prima che queste finissero per essere riquadrate dai rilegatori. È proprio questo pezzo a mettere in
luce la raffinata cultura di Manuzio, la sua conoscenza delle teorie prospettiche canonizzate da Luca
Pacioli e diventate chiave di volta per ridisegnare il mondo nel corso del Rinascimento.
L’operosa e ingegnosa figura di Aldo, al tempo stesso artista e artigiano, intellettuale e uomo di
grande praticità, offre lo spunto per proporre ai bambini e i ragazzi delle scuole un percorso
educativo centrato sulla forza del coinvolgimento e dell’imparare facendo, basato da un lato su
visite guidate e laboratori ad hoc per le scuole, e dall'altro su un programma di attività didattiche e
laboratori gratuiti – rivolti nei fine settimana alle famiglie – che approfondiscono le fasi della
stampa tipografica, le diverse tecniche di legatura di libri e fascicoli, e che introducono all’arte
dell’illustrazione a fumetti. È proprio nell’orbita di quest’ambito che la collaborazione con il
settimanale Topolino, edito da Panini, e con i suoi maestri disegnatori, porterà alla nascita
dell’irresistibile Paperus Picuzio, trasposizione in forma disneyana di Aldo stesso, protagonista di
una storia originale a fumetti sull’albo in edicola il prossimo 11 maggio.
I workshop contribuiscono ad arricchire un articolato calendario di incontri e dibattiti con esperti
del settore e storici dell’arte, moltiplicando così l’offerta culturale di una mostra che vive anche
oltre la semplice esposizione delle opere, facendosi luogo dinamico e attivo, spazio per il confronto
e lo scambio delle idee. Cogliendo così il senso più profondo della rivoluzione innescata da Aldo.
Aldo Manuzio.
Il rinascimento di Venezia è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Gallerie dell’Accademia e dal Comitato Regionale per il V Centenario
della morte di Aldo Manuzio – Regione del Veneto, con il contributo di World Monuments Fund e Montblanc, e con Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, Save Venice INC., Venice
International Foundation, Venetian Heritage, Venice In Peril.
Progetto scientifico Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio'