Indagini e scenari Re-Cycle ai margini della Pedemontana Veneta
mostra a cura di
Matteo Aimini
Il progetto Paesaggi del NordEst, promosso da Re-Cycle Italy, sviluppato presso l’Università Iuav Venezia con il sostegno della Fondazione Francesco Fabbri, è un lavoro di ricerca sul territorio che si articola in vari apparati critico-analitici e diverse ipotesi meta-progettuali di riconfigurazione spaziale.
La ricerca raccoglie la necessità di esplorare il territorio pedemontano veneto in prossimità delle grandi opere infrastrutturali oggi in fase di cantiere, allo scopo di formulare possibili scenari per uno dei contesti metro-rurali dell’Alta Pianura tra Brenta e Piave, più fortemente compromessi da un eccessivo e disordinato carico antropico.
Il tracciato dalla Superstrada Pedemontana Veneta è stato suddiviso in quattordici ambiti progettuali, al fine di identificare i sistemi ambientali tangenti l’infrastruttura e le principali posizioni dei nodi di svincolo che a partire da Vicenza fino a Villorba, si incuneano tra sistemi i urbani consolidati e le variegate preesistenze agricole.
Una volta scelti i transetti pilota n. 12 (Nervesa - Treviso) e n. 14 (Montebelluna-Treviso), sulla base dello loro innata capacità di connettere le varie polarità all’interno della città diffusa, essi sono stato oggetto di un riassetto strategico e di una nuova interpretazione progettuale a partire dall’esistente armatura ambientale ed ecologica.
I due sistemi lineari, a loro volta, sono racchiusi in una unità territoriale di 22 km quadrati (comunemente denominato Quadrante 22 ), delimitato a Nord dalle pendici del Montello e a sud dalla frammentata periferia di Treviso. I transetti 12 e 14 forniscono un modello su cui agganciare un ricco campionario di fenomeni territoriali presenti nel Quadrante 22, tra cui ad esempio infrastrutture lineari in stato di abbandono, distribuzioni puntiformi di manufatti industriali o estrattivi in sottoutilizzo, un tessuto agricolo consolidato e un sistema idrico negletto profondamente intaccato dal nuovo tracciato pedemontano.
Il principale obbiettivo del progetto, che riparte dalle fragilità delle preesistenze fisiche, risiede nella formulazione di una serie di ipotesi operative capaci di predisporre il territorio verso un tipo di cambiamento endogeno e debole capace di ripartire da un processo di revisione, riformulazione ed interazione delle tre nature presenti nel paesaggio pedemontano veneto: l’assenza di addomesticazione, la natura costruita e il giardino coltivato.
Il disegno di programmi a basso consumo di suolo per le superfici e le aree problematiche, alcuni approcci tesi al potenziamento ecologico di aspetti ambientali non considerati, come il sistema delle percolazioni, rafforzamenti sistemici delle infrastrutture dolci, processi di wilderness controllata capaci di appropriarsi e rivitalizzare il massiccio patrimonio industriale in abbandono, riformulazione di modelli insediativi in caso di nuovi cicli favorevoli, rappresentano solo alcuni degli aspetti salienti di una nuova e più consapevole metamorfosi di questo territorio.
Matteo Aimini
Assegnista di Ricerca DCP
Renato Bocchi
Responsabile Scientifico
Fondazione Fabbri
Partner del progetto
Matteo Bolgan
Giacomo Bordignon
Ernesto Brotto
Nicola Feltrin
Alessio Oliviero
Costantino Paparella
Graziella Stella
Massimo Tasca
Andrea Tommasin
Sofia Visentin
Laboratorio Re-Cycle
Habitat project
Fotografia
Tommaso Montaldo - Aviodrone s.r.l
Riprese aeree
Dario Lotti - Bunkerville Gmbh
Montaggio video