La prima mostra dedicata al rivoluzionario sistema di arredi Synthesis 45
'Ho cercato di cogliere come potevo i termini possibili di una nuova vitalità
e di cogliere le forme, i simboli che potrebbero rappresentare la moltiplicazioni di immagini del secolo
e il passaggio da organizzazioni intellettuali a una specie di pura energia vitale' Ettore Sottsass
Dal 28 maggio al 21 agosto 2016, in concomitanza con la 15. Mostra Internazionale di Architettura, il Negozio Olivetti, bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano in piazza San Marco a Venezia, ospita S.O.S. Sottsass Olivetti Synthesis, la prima mostra dedicata al rivoluzionario sistema di arredamenti per l’ufficio Synthesis 45, presentato da Olivetti nel 1973 e disegnato da Ettore Sottsass, allora responsabile del design dell’azienda di Ivrea.
Sessanta le opere in mostra, tra cui arredi e documenti originali, inediti o poco conosciuti: scrivanie, sedie, pareti componibili, cassettiere, raccoglitori verticali, classificatori e accessori come attaccapanni, portaombrelli, cestini, posacenere, portapenne, temperamatite e supporti per il telefono, prodotti negli stabilimenti Olivetti Synthesis di Massa Carrara per comporre un arredo dell’ufficio come non si era mai visto prima. Arricchiranno l’esposizione una serie di fotografie degli uffici di un giovane Gabriele Basilico (1972) e il film industriale Olivetti Synthesis serie 45/80 in cui lo stesso Sottsass è attore.
S.O.S. – a cura di Marco Meneguzzo, critico d’arte e docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera, Enrico Morteo, architetto, storico e critico di design e architettura, e Alberto Saibene, storico della cultura e autore di film e documentari – anticipa di un anno il centenario della nascita di Ettore Sottsass e ne inaugura le celebrazioni. È la prima mostra di una trilogia che il FAI dedicherà al grande designer nel Negozio Olivetti in piazza San Marco di qui al 2018. Ad aprile 2017 S.O.S. sarà ospitata dal Museu da Casa Brasileira di San Paolo del Brasile, il più importante museo di design del Brasile, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo.
Nel realizzare Synthesis 45, Sottsass e i suoi collaboratori – da Perry King ad Albert Leclerc, da Bruno Scagliola a Tiger Umeda e Jane Young – immaginano un paesaggio del lavoro rinnovato e coniugano il rigore di un sistema modulare e componibile di ufficio con la libertà individuale del singolo, attraverso un’indagine ergonomica che riguarda le dimensioni, le forme e il valore cromatico di ogni elemento. Il risultato è un’architettura d’interni in cui le regole del razionalismo moderno si affiancano a un linguaggio che richiama l’esperienza estetica trasgressiva della pop art, inaugurando la stagione del postmoderno.
Sottsass utilizza come standard dimensionale una rigida griglia spaziale a base 45 centimetri – da cui prende il nome il sistema – un modulo in base al quale fissa la grandezza dei mobili per l’ufficio tenendo presente lo spazio dedicato alle macchine elettroniche e ai telefoni che sui mobili trovano posto. All’eleganza delle forme e alla ricchezza dei materiali vengono preferite semplicità della linea e funzionalità, mentre la modularità consente di personalizzare le composizioni dell’arredamento scegliendo tra i diversi colori e tra gli elementi complementari, oggetti in materiali plastici con tinte non invadenti, dal grigio al caffelatte, dal prugna all’azzurrino al giallo. Il colore, che negli anni Sessanta non era quasi considerato nella progettazione per ufficio, è uno dei tratti distintivi più innovativi: estremamente presente ma neutro, “basso di tono” in modo da conciliare una nuova visione dell’ufficio con la possibilità di personalizzare quello spazio. I mobili di Synthesis 45 non si differenziano più in funzione delle rigide gerarchie aziendali, ma delle diverse necessità operative dell’utente.
Premessa storica è la trasformazione del lavoro quando l’Italia raggiunge, dopo gli anni del boom economico, l’assetto di una moderna potenza industriale, si affermano dinamiche operative elastiche, rese possibili dallo sviluppo di reti di telecomunicazioni ed evolute macchine elettroniche. La mostra ripercorre proprio questo cambiamento, il passaggio dalla modernità alla postmodernità, dalle “tute blu” ai “colletti bianchi”, dove idealmente l’individuo connota l’ambiente di lavoro.
Il rapporto che lega il Negozio Olivetti, progettato alla fine degli anni Cinquanta da Carlo Scarpa, agli oggetti in mostra di Ettore Sottsass oscilla tra contrasti e assonanze. Quello che emerge a prima vista nei due ordini di progetti è la differenza tra l’apparente severità classica del primo e la vitalità rivoluzionaria del secondo; ma, a uno sguardo più approfondito, emergono punti di contatto, primo fra tutti il colore, ma anche l’approccio sistematico al lavoro progettuale e la considerazione per i valori della praticità e funzionalità. La mostra S.O.S. al Negozio Olivetti permette di percepire questi elementi di comunanza e restituisce l’ineguagliata personalità creativa dei due architetti.
Spiccano nello spazio del Negozio Olivetti i colori, le linee e i volumi dei mobili Synthesis 45, cui si aggiungono nell’allestimento macchine da scrivere e calcolatori Olivetti degli anni Settanta, in sostituzione dei pezzi anni Cinquanta e Sessanta permanentemente in mostra. Una delle macchine da scrivere sarà anche a disposizione dei visitatori, che potranno lasciare il loro commento alla mostra battendo sui tasti, ovvero ricordando o sperimentando per la prima volta un’esperienza ormai datata. L’allestimento ricerca l’interazione con il pubblico anche attraverso un macchinario realizzato appositamente per questa mostra: un piano a pannelli scorrevoli che riproduce un catalogo Synthesis 45 e che consente al visitatore di comporre e associare liberamente varie tipologie di mobili in un ipotetico ufficio, sovrapponendoli a sfondi di colore diverso, per creare soluzioni personalizzate. Una vera e propria postazione da ufficio, inoltre, sarà ricostruita come da catalogo al primo piano del Negozio. Documenti e fotografie - inseriti in una struttura appositamente disegnata per il Negozio Olivetti da Alessandro Scandurra - scorreranno infine come su una pellicola cinematografica lungo i ballatoi disegnati da Scarpa e accompagneranno i visitatori in un ultimo spazio dedicato alla proiezione del film Olivetti Synthesis serie 45/80.
In occasione della mostra prende posto nel Negozio Olivetti anche il vaso “Blu Rubino” nato dalla collaborazione tra la famosa vetreria Seguso Vetri d’Arte, tradizione familiare a Murano dal 1397, e Flavio Poli, direttore artistico e designer dell’azienda fino agli inizi degli anni ’60. Grazie a questa stretta collaborazione nel 1954 la Seguso Vetri d’Arte ricevette il massimo riconoscimento italiano per il design, il Premio Compasso d’Oro. La lettera originale di conferimento del premio sarà esposta in una delle macchine da scrivere in mostra, analoga a quella con cui all’epoca fu battuta. L’occasione della mostra si presta a inaugurare la presenza di Seguso Vetri d’Arte che dal 2016 sarà Partner del Negozio Olivetti e a fianco del FAI in attività e iniziative volte alla promozione dell’eccellenza dell’artigianato artistico muranese che vanta antichissime origini e una forte impronta culturale.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Edizioni di Comunità, fondate da Adriano Olivetti nel 1946.