La difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo,
il pericolo imminente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione
verso i temi della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico,
la dialettica tra natura e civiltà.
Sono questi gli argomenti attorno cui ruota la mostra Artico. Ultima
frontiera in programma dal 15 gennaio al 2 aprile 2017 alla Casa dei Tre
Oci di Venezia.
L’esposizione, curata da Denis Curti, presenta 120 immagini, rigorosamente
in bianco e nero, di tre maestri della fotografia di reportage, quali
Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957), Ragnar Axelsson (Kopavogur, Islanda,
1958) e Carsten Egevang (Taastrup, Danimarca, 1969).
La rassegna è un’indagine approfondita, attraverso tre angolazioni diverse,
di un’ampia regione del pianeta che comprende la Groenlandia, la Siberia,
il Canada, l’Alaskae l’Islanda, e della vita della popolazione Inuit, di
soli 150.000 individui, costretti a gestire, nella loro esistenza quotidiana,
la difficoltà di un ambiente ostile.
“In queste immagini – afferma Denis Curti, direttore artistico dei Tre Oci
– l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre
un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti
dall’immensa potenza della natura. Bellezza e avversità sono i concetti
su cui la Casa dei Tre Oci fonda questo progetto, con una mostra che intenderiportare
l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali
dei nostri giorni”.
La lotta con le difficoltà dell’ambiente, il passaggio, lento ma inesorabile,
dallo stile di vita di una cultura millenaria a quella della civilizzazione
contemporanea, cui si aggiunge il drammatico scenario del cambiamento
climatico, figlio del surriscaldamento ambientale, sono i punti su cui
s’incentrano le esplorazioni dei tre fotografi.
Per questo appuntamento alla Casa dei Tre Oci, Paolo Solari Bozzi presenta
il progetto inedito, frutto del suo viaggio, tra febbraio e aprile del
2016, sulla costa orientale della Groenlandia, nel quale ha visitato numerosi
villaggi, riportando la quotidianità di una popolazione che ha sceltodi vivere in un ambiente difficicle.
Il reportage di Paolo Solari Bozzi sarà pubblicato il 15 Gennaio 2017, giorno
di apertura della mostra, nel volume di fotografie, Greenland Into White
(Electa Mondadori), in edizione italiano/inglese.
Proprio le popolazioni Inuit sono al centro della ricerca di Ragnar Axelsson
che, fin dai primi anni ottanta, ha viaggiato nelle ultime propaggini
del mondo abitato per documentare e condividere le vite dei cacciatori
nell’estremo nord del Canada e della Groenlandia, degli agricoltori e dei
pescatori della regione dell’Atlantico del nord e degli indigeni della Scandinavia
del nord e della Siberia.
Ragnar Axelsson racconta di villaggi ormai scomparsi, di intere comunità
ridotte a due soli anziani che resistono in una grande casa scaldando
una sola stanza; racconta di mestieri che nessuno fa più e di uomini che
lottano per la sopravvivenza quotidiana. Ma dalle stampe di Axelsson
emerge soprattutto l’umanità che ha incontrato sulle lunghe piste delle
regioni artiche.
Dal canto suo, Carsten Egevang, partendo da una formazione accademica
in biologia, che lo ha portato dal 2002 al 2008 a vivere in Groenlandia
e a studiare la fauna ovipara della regione artica, ha saputo documentare
con la sua macchina fotografica la natura selvaggia e la tradizionale
vita delle popolazioni Inuit.
Accanto alle potenti immagini di una natura infranta e al contempo affascinante,
tre documentari arricchiscono la narrazione delle regioni
del Nord: SILA and the Gatekeepers of the Arctic, realizzato dalla regista
e fotografa svizzera Corina Gamma; Chasing Ice, diretto dal giovane
film-maker americano, Jeff Orlowski; The Last Ice Hunters, un documentario
dei registi della Repubblica Ceca Jure Breceljnik & Rožle Bregar.
Sono previsti eventi e attività collaterali.