La mostra storico-fotografica, promossa dal Centro documentazione e ricerca Trentin, Iveser e Associazione rEsistenze, in collaborazione con gli Archivi fotografici e digitali del Comune di Venezia e la Fondazione Querini Stampalia, si propone di valorizzare il ricco fondo fotografico contenuto nell’Archivio di Franca Trentin (conservato dall’Associazione rEsistenze presso la “Casa della memoria e della storia di Venezia” a Villa Hériot, Giudecca).
Raccogliendo anche documenti e scatti appartenuti ai genitori di Franca – Silvio e Beppa – l’archivio comprende infatti una raccolta di oltre 400 immagini che spaziano dalla Belle Époque ai primi anni Duemila.
In particolare questo progetto intende approfondire la fase dell’esilio francese della famiglia negli anni della dittatura (1926-1943).
All’inaugurazione, nell’Auditorium della Fondazione Querini Stampalia, alle ore 16.30 interverranno:
Marino Cortese, presidente della Fondazione Querini Stampalia
Mario Isnenghi, presidente dell’IVESER
Luisella Pavan Woolfe, direttore dell’ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa
Maria Palma, soprintendente archivistica per il Veneto
Marco Bresciani, storico
Giovanni Sbordone, curatore della mostra
Modera l’incontro Giulia Albanese (Iveser- Centro Trentin)
Seguirà la visita guidata alla mostra
Nel gennaio del 1926 Silvio Trentin – giurista, eroe di guerra, ex deputato – è tra i primi docenti italiani a dimettersi per protesta contro il processo di fascistizzazione allora avviatosi nel mondo universitario. Lascia così la cattedra di Diritto pubblico a Ca’ Foscari («se fossi un professore di matematica forse potrei restare, ma come professore di diritto, come posso restare qui a insegnare quando l’attuale regime è contrario a tutto ciò in cui credo?») e decide, contemporaneamente, di abbandonare anche un paese in cui non vede più garanzie di libertà.
Parte allora per la Francia meridionale con tutta la famiglia: la moglie Beppa e i figli Giorgio, di 8 anni, e Franca di 6. L’ultimogenito Bruno – il futuro leader sindacale e deputato – nascerà alla fine dell’anno, già in esilio.
Un esilio che allora speravano breve, e che durerà invece 17 anni, fino alla caduta di Mussolini nel 1943: 17 anni in cui, oltre ad affrontare la dura vita quotidiana degli emigranti, i Trentin sanno inserirsi in un’eccezionale rete di relazioni con i più importanti esponenti dell’antifascismo italiano in esilio, con il mondo culturale e politico francese nonché, nella seconda metà degli anni ’30, con i volontari di tutte le nazionalità che accorrono nella vicina Spagna per combattere il franchismo.
Una battaglia per la libertà e la democrazia su scala europea, senza confini di nazionalità: i tre ragazzi Trentin crescono in questo clima, ne restano indelebilmente segnati e quella lotta continueranno con altri mezzi, da adulti, nel dopoguerra.