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Emilio Vedova De America

Il ciclo di Emilio Vedova De America, presentato nel Magazzino del Sale - dove sarà movimentato dalla macchina robotica progettata da Renzo Piano - consiste in 14 dipinti su tela ed è stato realizzato dall'artista tra il 1976 e il 1977. “Sono opere tutte in bianco e nero, di grande formato – come ha illustrato Bianchini durante la presentazione della mostra – che, dopo decenni di dialogo con personalità della cultura statunitense, viaggi e di rapporti con le università, da Washington a Philadelphia, riflettono il legame espressivo dell'artista con l'arte americana. Dagli anni quaranta Vedova è infatti in costante relazione con il linguaggio degli artisti promossi da Peggy Guggenheim a Venezia, da Jackson Pollock a Franz Kline, affiancandosi alle loro ricerche”. Negli anni Sessanta Vedova è presente nel Nord America con l'imponente installazione Percorso/Plurimo/Luce nel padiglione italiano dell’Expo '67 di Montreal e dialoga con le nuove generazioni nei campus, come Berkeley, oppure entra in rapporto e scambio, a New York, con poeti ed intellettuali da Allen Ginsberg a Dore Ashton. Così, negli anni Settanta, dopo aver conquistato un ruolo fondante nella storia della modernità, Vedova con la stesura di De America sembra rivolgere il suo omaggio alle esperienze statunitensi e all'arte d’oltreoceano, cercando una connessione con la storia dell'arte italiana, di cui è stato protagonista. I dipinti riflettono infatti un'affinità tra linguaggio del passato, la connessione con l'intensità dinamica e energetica del futurismo, e l'affinità contemporanea con le gestualità segnica, di matrice orientale, affermatasi con l'action painting e l'espressionismo astratto. La connessione tra queste due attitudini è resa evidente dalla velocità con cui l'azione dell'artista s’incarna nella tela. È una proiezione di coordinate e di strutture, libere e fluide, che costituisce una visione dove la città della storia, Venezia, si innesta nella città del futuro, New York. Vedova fa coesistere l’esperienza soggettiva del suo fare con il corpo linguistico di una visione oltreoceano. Acquisisce e fa sua l’aggressività informativa, degli spazi segni provenienti dal mondo nuovo ma la media attraverso la trasparenza luminosa lagunare.

“Una sorta di filo rosso – ha proseguito Bianchini - unisce il De America alle opere esposte nello Spazio Vedova: Tondo (Golfo, Mappa di Guerra) del 1991, Chi Brucia un Libro Brucia un Uomo del 1993, Senza Titolo del 1996-97, Compresenze – anni ‘90 del 1997. Gli anni “americani” di Vedova sono contrassegnati dal dramma del Vietnam e le sue “Lectures” a Berkeley gli testimoniano le tensioni delle nuove generazioni statunitensi. Negli anni ’90, Vedova rivede e rivive quelle tragiche situazioni nelle guerre del Golfo e dei Balcani. Realizza, fra altro, il disco Chi Brucia un Libro Brucia un Uomo, destinato alla Biblioteca di Sarajevo che, come si ricorderà, fu data alle fiamme. Il Senza Titolo esprime la devastazione e la violenza di una società lacerata che finisce per calpestare le più elementari forme della civiltà umana. Sulla stessa lunghezza d’onda sono le Compresenze: pittura, carboni, collage, carte, graffiti e combustioni sui legno; compresenze di mali e compresenze di materiali. E il Tondo (Golfo, Mappa di Guerra) è una sorta di carta geografica dei mali universali: la fame, la violenza, la guerra, la sopraffazione, la morte.

dettagli
Biglietto: Consulita il sito dell'evento
quando
dal 18/06/17 al 26/11/17
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
Giorni di chiusura: Lunedì e martedì
dove
Magazzini del Sale
Dorsoduro, Zattere 265 - 30123 Venezia
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