In occasione del bicentenario della morte di Giandomenico Tiepolo sono stati scelti per la mostra quei fogli che documentano l’attività dell’artista per Venezia fin dalle sue prime opere autonome, eseguite senza la guida paterna, quando, appena ventenne, riceve l’incarico di eseguire le quattordici Stazioni della Via Crucis e altri dipinti di carattere religioso, ora conservati nella chiesa veneziana di San Polo. I disegni preparatori per queste tele, che Giandomenico porterà a termine tra il 1747 e il 1749, documentano il metodo di lavoro in uso nella bottega guidata da Giambattista Tiepolo. I singoli particolari del dipinto sono oggetto di studi, più volte meditati, che interessano parti anatomiche delle figure, con particolare insistenza per quelle che presentano maggiori difficoltà nella trasposizione pittorica, quali le mani, i piedi, i panneggi. Significativi, in tal senso, appaiono i disegni, qui esposti, da riferire al dipinto I Santi Elena e Macario ritrovano la Vera Croce, che, ricomposti come in un puzzle, restituiscono l’immagine pressoché integrale della tela.