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Jazzin’ San Donà
Fra le diverse musiche che hanno contribuito in modo determinante alla nascita del jazz, la più importante è senza dubbio il blues. “Jazzin’ San Donà” ha deciso quest’anno di fare i conti con la “musica delle origini”, in versione aggiornata naturalmente, ospitando nella serata inaugurale del 30 marzo una straordinaria interprete del genere, la vocalist di colore Kay Foster Jackson, originaria della Georgia, accompagnata nell’occasione da un gruppo veneto, la Bella Blues Band, che ha trent’anni di concerti e due dischi alle spalle. Che il jazz non abbia mai reciso lo stretto legame con il blues, lo dimostrano soprattutto gli anni ’50, periodo in cui gospel e rhtyhm ‘n’ blues si mescolano con il be–bop, e che vede l’affermazione di uno strumento sin lì poco usato, l’organo hammond, che conferisce un tono bluesy al jazz del periodo, trovando in Jimmy Smith il massimo e forse ancora insuperato interprete. L’Hammond Trio (organo, chitarra, batteria) sembra esser oggi una delle formazioni meglio in grado di valorizzare il suono caldo e lo swing avvolgente di questo strumento. Il gruppo del tastierista sandonatese Nicola Dal Bo, specialista dell’hammond, chiude il 19 aprile la rassegna, presentando un disco pubblicato lo scorso anno da Caligola (“Trio.Org”), insieme ai fedeli Michele Manzo, chitarra, Massimo Chiarella, batteria. A riportarci di nuovo in pieno clima jazzistico – anche se non dovrebbero mancare richiami al blues – è l’affiatato trio del pianista miranese Marcello Tonolo, autorevole esponente del jazz italiano, completato da Marco Privato, contrabbasso, e dall’americano Jimmy Weinstein, batteria. A rinforzare la formazione – che il 4 aprile presenta un nuovo album Caligola, “Second take” – sarà Hugo De Leon, giovane e promettente trombettista brasiliano, da poco trasferitosi in Italia.
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