Il Marocco, crocevia di culture e di idee, di merci e saperi, terra ricca di fascino e tradizioni, fedele nei secoli ad un Islam moderato, nel quale coesistono la logica della ragione e la luce della fede, partecipa per la seconda volta alla Biennale di Venezia nell’intento di dar voce alla realtà artistica contemporanea che ha trovato negli ultimi anni fiorenti sviluppi espressivi.
L’arte marocchina presenta oggi un panorama vivace e dinamico sia nel campo privato e informale che a livello istituzionale, ne è infatti prova la nascita del Musée Hassan, il nuovo centro per l’arte contemporanea a Rabat, attivo dal 2006, quale parte integrante di un programma di rinnovamento culturale della città le cui finalità sono la presentazione di artisti riconosciuti a livello internazionale, la promozione di artisti locali e altresì la collaborazione con le maggiori istituzioni operanti nel settore.
Sono due gli artisti che rappresentano il Marocco: Fathiya Tahiri e Mahi Binebine. Entrambi legati all’uso materico della pittura, hanno saputo sviluppare nel corso della loro formazione espressiva diversi approcci anche nell’ambito della scultura.
Fathiya Tahiri ha esordito in ambito artistico con una vasta produzione di sculture gioiello, per poi tradurre tale maestria nella pratica pittorica declinata in innumerevoli varianti espressive. Le sue tele svelano un’attenta scansione del colore che privilegia i toni luminosi e puri, dà vita ad estese formule descrittive che traggono suggerimenti dalle emozioni dell’artista attenta alle percezioni intimiste. Una linea di confine in cui il pennello dell’artista insiste con singolare forza espressiva sul timbro cromatico creando campiture dense di fascino che divengono poi metafora di una condizione esistenziale. Quella di Fathiya Tahiri è una rivoluzione estetica, in bilico tra un’idea di bellezza intesa come fedeltà ad un modello incorrotto e lo studio di forme nuove, ricercando l’inesausto bisogno di rinnovamento poetico, intima essenza dell’arte.