Cerebrale è il titolo della mostra personale dell’artista Marco Rossi curata da Eleonora Mayerle che inaugura giovedì 24 marzo alle 17.30 allo Spazio Thetis di Venezia.
Il percorso del giovane artista bergamasco si offre al nostro sguardo come risultato di uno scavo puramente autobiografico, dettato solo e semplicemente dalla necessità primordiale del riconoscersi come essere e come individuo.
La mostra allo Spazio Thetis propone una parte pittorica che include lavori principalmente su carta di varie dimensioni, e una “multimediale”, nella quale l'artista presenta una serie di video animazioni di breve durata proiettate in loop in vecchi televisori da 5 pollici.
Dal punto di vista formale, le immagini di Rossi sono una prova dell'impossibilità di porsi completamente in questo o quel territorio: le raffigurazioni che egli mette in scena affondano le
radici nell'intimità dell'esistenza, diventando prova di un continuo rinnovamento di sé.
Il suo fare diventa quindi insicuro, aniconico, contraddittorio, mal definibile: egli fagocita voracemente la realtà che lo circonda in tutti i suoi aspetti, la “filtra” attraverso la propria sensibilità e la ripropone istintivamente in opera. In questo senso l'artista non si interessa alle storie in particolare, ma a tutte le storie possibili e ciò gli permette di sostenere una tensione che sfugge ad ogni mira e controllo e “apre” il lavoro a infinite possibilità e sviluppi.
I corpi che ricorrono nei suoi lavori sono colti in pose che sembrano accartocciare la figura su se stessa, in una sorta di autoerotismo che seziona le figure, le disarticola fino a farne manichini o tronchi umani. La forma umana viene così smembrata ed embricata nell'edificio dello spazio e la perdita dell'involucro corporeo permette non solo di esibire ciò che giace nel profondo dell'organismo ma anche di mostrare ciò che di esterno partecipa e altera la sua meccanica.