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Venezia e la Peste. Lettere, decreti, fedi di sanità

Venezia, porto di mare, nel Medioevo emporio internazionale epicentro di un’economia basata sugli scambi tra l’Europa e l’Oriente, era punto d’arrivo delle rotte dal Mediterraneo e da tutto il mondo allora conosciuto. Con le navi, assieme ai preziosi prodotti orientali, giungevano però in Laguna anche pericoli per la salute, malattie sconosciute e incurabili, che spinsero la Serenissima ad organizzare rigide difese sanitarie.

Dopo l’istituzione, nel 1423, di un luogo di isolamento per i malati di peste, in un’isola vicina al Lido allora sede di un convento intitolato a Santa Maria di Nazaret (da cui “nazaretum” e quindi “lazzaretto”) e dopo un secondo lazzaretto (1468), nella parte opposta della Laguna, detto “Novo”, dove navi ed equipaggi “sospetti” stavano in “quarantena” e le merci venivano sottoposte ad “espurgo”, verso la fine del 1400 un Magistrato alla Sanità ebbe compiti di organizzare un sistema sanitario generale di informazione, difesa e prevenzione: lazzaretti e baluardi sanitari furono istituiti in tutto il territorio della Repubblica, sia in mare che nell’entroterra.

Nel caso di notizia da parte degli ambasciatori di possibili epidemie, le varie città venivano “bandite” e per “decreto” a tutti i viaggiatori, merci, animali provenienti da esse era impedito l’ingresso in città. Le navi venivano bloccate, mentre lungo i confini terrestri, si istituivano cordoni sanitari con soldati nei posti di passaggio obbligati. Venezia si trincerava entro le proprie case, teneva lontane le persone straniere, disinfettava le merci, verificava tutti i permessi e lasciapassare sanitari (“fedi di sanità”). Tra i prodotti trasportati c’era anche la corrispondenza: la carta utilizzata per scrivere era considerata “suscettibile” di contagio, cioè possibile veicolo di propagazione del morbo, quindi era soggetta anch’essa alla disinfezione. Conservate gelosamente entro gli archivi privati delle famiglie nel corso dei secoli, raccolte dai collezionisti di tutto il mondo, queste lettere sono giunte sino a noi, costituendo una preziosa testimonianza di quegli avvenimenti storici. Per la prima volta raccolte ed esposte al pubblico, alcune mostrano ancora i segni della disinfezione, dai timbri dei lazzaretti ai fori delle pinze usate, altre ci offrono nei testi preziose e curiose informazioni.

Orari:

sabato e domenica ore 9.45 e alle ore 16.30; gli altri giorni su prenotazione.

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from Apr 9, 11 to Oct 30, 11
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Isola del Lazzaretto Nuovo
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