Proiezione del film 'The Mahabharata': l'infinito poema indiano scritto in sanscrito, qui rivisitato dal regista teatrale e cinematografico Peter Brook. Esiste anche una versione televisiva molto più lunga ed esauriente. Presentato con successo alla Mostra di Venezia il lungometraggio narra della guerra tra i Pandava e i Kaurava. Questi sono le filiazioni di due fratelli, Pandu e Dhritharashra. Nonostante i Pandava siano solo cinque mentre i Kaurava sono cento i primi vinceranno, affiancati da Krishna che simboleggia il dio Visnù. Un'opera girata interamente in interni, in studio, che riesce a coniugare il grande teatro col cinema.
Dal Mahabharata (grande poema dei Bharata), il più vasto poema epico della letteratura indiana: diciotto libri per 106 000 distici, Brook, Jean-Claude Carrière e Marie-Hélène Estienne trassero uno spettacolo teatrale di 9 ore che fu messo in scena al Festival di Avignone nel 1985. Ne fu tratta una edizione TV di quasi 6 ore e una cinematografica che ne dura quasi 3. Con un ritmo largo da saga sfilano avventure eccezionali, violenti conflitti, nascite miracolose, sfide ai dadi, atti di magia, duelli barbari, furibonde battaglie, intermezzi umoristici. Il tema di fondo è tagliare i legami che uniscono gli eroi umani al mondo degli dei, trapiantarli sulla terra, metterli di fronte alle loro responsabilità di individui e poi di cittadini. Di alto decoro formale e talvolta di forte suggestione dinamica e figurativa, la regia di Brook concilia raffinatezza e semplicità. La recitazione di un'affiatata compagnia internazionale di attori è in un inglese che ha una limpidezza da Berlitz School e una densità da dramma shakespeariano.