Il programma della serata evoca l'ideale connubio di un 'genere' e una timbrica strumentale caratteristici della produzione musicale barocca, in special modo in area lagunare; accanto alla tradizione palestriniana del mottetto polifonico, che sopravvive in opere di severo contrappunto vocale (per esempio lo 'stile osservato' della scuola bolognese del secolo XVIII, facente capo a padre Martini), il mottetto moderno elabora nuove forme che calano il tema religioso nel vivo del linguaggio musicale del tempo, privilegiando l'espressività monodica.
D'altra parte, presenza di spicco nella tavolozza timbrica dell'epoca, il cornetto, per via del suono molto vicino a quello della voce umana, e della sua duttilità espressiva, conosce un'ulteriore fase di splendore in epoca barocca. Il concerto offre un'ideale terreno di 'contrappunto' fra i nuovi registri d'uso della voce solista e la gamma espressiva di uno strumento così vicino alla resa virtuosistica della voce umana, come ben descrive Girolamo della Casa nel suo celebre Trattato sulle DIminuzioni del 1584:
«Degli strumenti a fiato il più eccellente è il Cornetto per imitar la voce humana più degli altri stromenti. Questo stromento si adopera piano et forte, et in ogni sorta di Tuono, si come fa la voce. Bisogna dunque esercitarsi a far buono stromento, et guardarsi di non far il stromento che abbi del Corno né del muto. Adunque si deve accomodar il labro talmente, che faccia buon stromento, il labro aperto fa il strumento che ha del corno et muto, il labro troppo stretto fa il stromento fesso. Dunque si tenerà la via di mezzo. Vuol essere suonato con discretione et giudizio. La lingua vuol non essere né troppo morta né troppo battuta: ma vuole esser simile alla gorgia. Poi nella minuta far poca robba, ma buona. Si che ogn'uno tendi al bel stromento, alla bella lingua et alla bella Minuta, et ad imitar la voce humana, più che sia possibile'.»