Yoko Okuyama è nata a Tokyo, laureata in Architettura con Kenzo Tange con cui ha collaborato ad opere importanti quali la cattedrale di Tokyo e l’Università del Sacro Cuore; ha fondato lo studio di architettura e progettazione Sohseisha, di cui è tuttora presidente. Per oltre quindici anni ha tenuto la cattedra di Interior Design presso la Tokyo Academy.
Il suo personale percorso di ricerca l’ha infine condotta a realizzare opere in cui una materia antica come la cellulosa ed una primordiale come l’acqua, si mescolano grazie a gesti altrettanto antichi e sapienti .
Una “pittura senza pennello” sono state definite le opere di questa artista che usa strumenti elementari: un telaio con una rete a trama fitta che ricorda l’antico suketa, il telaio su cui i cartai da sempre hanno formato e formano i fogli di carta giapponese a mano, inserito in una vasca in cui si mescolano acqua e cellulosa.
Questi materiali semplici e naturali uniti al colore, scelto con intenzionale perizia, creano suggestioni, emozioni, pensieri.
Attraverso queste opere si comprende il ma, in giapponese lo spazio vuoto, il tempo eterno, ma anche l’istante, il taglio netto del tempo, l’attimo che ne interrompe il flusso, concetto presente sia nella vita quotidiana che nell’arte giapponese.