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Cerimonia di consegna del Leone d’oro e del Leone d’argento

All’inizio pirotecnico con Helicopter Quartet segue al Teatro alle Tese (ore 20.00), nella stessa serata inaugurale del 4 ottobre, l’omaggio a Sofija Gubaidulina, Leone d’oro alla carriera del 57. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Compositrice in tempi in cui le figure femminili erano quasi inesistenti nella musica, e in tempi in cui gli eventi storici dell’Unione Sovietica – dove era nata - condizionavano pesantemente la vita culturale del paese, la Gubaidulina ha saputo tener fede alle sue intuizioni arrivando ad indicare nuove strade, e ha inteso la sua arte come un magistero così alto, da trasfigurare la materia musicale in simbolo, impiegando soprattutto la simbologia cristiana.

Insieme a Sofija Gubaidulina, viene premiata la Fondazione Spinola-Banna per l’Arte con il Leone d’argento. Fondata nel 2004 e impegnata a promuovere la ricerca intorno all’arte e alla musica contemporanea, la Fondazione è promotrice, nello specifico, del Progetto Musica con “l’obiettivo di incoraggiare nuove opere musicali, valorizzare il talento di giovani compositori e dare visibilità alle migliori esperienze nell’ambito della contemporaneità musicale” (dalla motivazione).

La duplice premiazione è seguita dal concerto con l’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da John Axelrod e il contributo delle Percussions de Strasbourg, il primo gruppo interamente percussivo in occidente, protagonista del “rinascimento” di questi strumenti nella musica classica. In programma uno dei pezzi più recenti di Sofija Gubaidulina, Glorious Percussion, a conferma della predilezione della compositrice per questa famiglia di strumenti, che interpreta, nella sua visione simbolica, come legati “all’orizzonte della terra”. Nel brano le percussioni sono distribuite ai due lati dell’orchestra, soprattutto i numerosi gong, mentre ai due lati del direttore sono collocati vibrafono e marimba. Glorious Percussion è proposto in dittico con la terza Sinfonia di Witold Lutoslawski, un’altra figura magistrale proveniente dallo stesso contesto culturale maturato nell’Europa dell’est. Alla Gubaidulina, che tanto ha contribuito a rivalutare strumenti dimenticati dalla musica classica e ad inserirne di nuovi della tradizione folclorica, è dedicato il concerto sotto il segno del contrabbasso di un virtuoso come Daniele Roccato (6 ottobre, Ca’ Giustinian, ore 12.00). Si tratta di quattro composizioni appena incise su disco: Pantomime e Sonata, concepite fin dalle origini per questo strumento e pianoforte; i Preludi, originariamente concepiti per violoncello, e In croce, inizialmente per violoncello e organo, entrambe trascrizioni realizzate dalla Gubaidulina. Dopo il concerto inaugurale dedicato al Leone d’oro, Les Percussions de Strasbourg tornano in scena (6 ottobre, Teatro alle Tese, ore 20.00) con il loro infinito campionario di strumenti, oggi a quota 400. D’altronde, è per loro che Iannis Xenakis aveva concepito il famoso “sixxen”, strumento a lamine che cataloga 109 diversi suoni metallici. Ed è sempre per loro che ha composto uno dei suoi pezzi di maggior impatto drammatico, Persephassa, con una distribuzione spaziale determinante che vede i 6 percussionisti “accerchiare” il pubblico mentre suonano gli strumenti più incredibili: sirene, ciottoli o sassolini e tutto un intero arsenale di tamburi, woodblock, simantra, cimbali e gong. All’esecuzione di un classico come Persephassa, l’ensemble di Strasburgo accosta un trittico di autori italiani: Franco Donatoni con Darkness, Francesco Filidei con I funerali dell’anarchico Serantini e Alessandro Solbiati con Thai song.

In occasione del Leone d’argento viene presentato il concerto per coro a cappella realizzato dalla Fondazione Spinola-Banna con i Neue Vocalsolisten (10 ottobre, Ca’ Giustinian, ore 20.00). Il programma incrocia suggestivamente il più famoso madrigalista, Gesualdo da Venosa, riscoperto a partire dagli inizi del 900 (Stravinskij e poi Schnittke, Peter Maxwell Davies, Peter Eötvös, fra gli autori che alla sua musica e alla sua figura si sono ispirati), con Salvatore Sciarrino e suoi altrettanto celebri madrigali, basati su liriche giapponesi e divisi in due cicli di sei. Accanto a questo dialogo a distanza si collocano le nuove creazioni – commissionate dalla Fondazione Spinola-Banna - di due musicisti quarantenni, Filippo Filidei, di ascendenza sciarriniana, e la giapponese Noriko Baba.

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Arsenale - Castello, Calle della Tana, 2169/S, 30122 Venezia
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