Un trio dalla storia illustre, lo spagnolo Arbós, fondato nel 1996 e con un repertorio vastissimo che dal classico e romantico arriva ai giorni nostri, è protagonista del concerto (6 ottobre, Teatro Piccolo Arsenale, ore 17.15) in cui spicca la nuova versione per pianoforte, violino, violoncello ed elettronica di Tierkreis, le dodici melodie più popolari di Stockhausen, ispirate ai segni zodiacali e fonte di innumerevoli versioni. A quelle di Stockhausen si aggiungono infatti quelle degli ensemble, gruppi rock compresi. La prima esecuzione avveniva a Royan nel marzo del 1975 ad opera delle Percussions de Strasbourg, e oggi a Colonia, in omaggio al compositore, il carillon di 48 campane restaurato nella Municipio della città, ogni giorno alle 12.00 esegue tutte le melodie grazie ad un computer programmato allo scopo. Ancora nel nome di Stockhausen è la prima assoluta di …senza ritorno, senza rammarico… del compositore e sound-artist, specialista di live electronics Bryan Wolf, assistente personale del maestro tedesco come ideatore del suono dal 1998 fino alla sua scomparsa. Novità assoluta è anche il brano che la Biennale ha commisssionato al trentacinquenne Franco Venturini, Dàimones.