Considerato da Gaslini “esecutore principe” del corno di bassetto, Michele Marelli si appassiona allo strumento dopo il diploma con il massimo dei voti in clarinetto e soprattutto dopo l’incontro con Stockhausen. “Very gifted” secondo Stockhausen, Marelli diventa assistente alla classe di clarinetto presso gli Stockhausen Kurse Kuerten dove vince per ben sei volte il premio per la migliore performance direttamente dalle mani di Stockhausen che lo vorrà come membro del suo Ensemble, con cui incide due dischi (anche da solista) ed esegue molti pezzi in prima mondiale sotto la direzione del maestro tedesco. Per la prima volta alla Biennale (7 ottobre, Ca’ Giustinian, ore 12.00), Michele Marelli rende omaggio al nume tutelare della sua carriera con Evas Spiegel, Susani, Traum-Formel, brani imperniati sull’elettronica e la spazializzazione del suono, e regala al Festival la prima assoluta della riscrittura di In Nomine – all’ongherese di Kurtág, rivisitazione della tradizione polifonica caratteristica di tanti autori contemporanei. E inoltre: The Seven Brightnesses di Peter Maxwell Davies, il recentissimo Duft di Kaija Saariaho e un’altra prima assoluta, De profundis, di Oscar Bianchi.