Nel 1472 il cardinale Bessarione regalò alla Scuola Grande di Santa Maria della Carità a Venezia una stauroteca che conteneva, oltre a frammenti del santo legno e della tunica di Cristo, una croce dorata e scene dipinte su tavola.
In seguito alla soppressione della Scuola in epoca Napoleonica, l'oggetto finì sul mercato antiquario e giunse nel 1821 a Vienna trovando posto nella Kunstkammer del Palazzo imperiale (Hofburg). Dopo la fine dell'impero asburgico e la restituzione all'Italia, la stauroteca ritornò nella sua vecchia ubicazione, la Sala dell'albergo della Scuola della Carità, nei locali delle Gallerie dell'Accademia.
Il prezioso reliquiario fu aperto, per la prima volta dopo il 1765, a dicembre del 2010 dai restauratori della Soprintendenza speciale per il Polo museale della città di Venezia e dell'Opificio delle Pietre Dure a Firenze, fotografato in tutte le parti e in seguito completamente restaurato a Firenze nei laboratori dell'Opificio.
La portata dei lavori eseguiti, accompagnati da una sofisticata e vasta campagna diagnostica sull'oggetto, rende doveroso valorizzare i dati acquisiti e un confronto a largo raggio con studiosi di diverse discipline che possano analizzare il contesto di produzione, la storia della stauroteca, il ruolo a Venezia del suo celeberrimo possessore Bessarione e il rapporto con la Scuola della Carità a cui fu donata.
Datazione, provenienza e attribuzione delle singole parti sono state, infatti, oggetto di discussione negli ultimi decenni.
A questi problemi si dedicano venti specialisti nel campo della tecnica del restauro, dell'ornamentazione, dell'epigrafia, dell'iconografia, della storia delle arti minori, della storia dell'epoca bizantina e rinascimentale e dell'archivistica.
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