Sabrina Benussi, rovignese di nascita, insegna storia e filosofia presso il liceo scientifico “G. Oberdan” di Trieste, per formazione e interesse professionale
si è dedicata alla ricerca di nuove e originali forme di comunicazione in relazione alla trasmissione di memorie individuali e collettive.
Il documentario, come scrive la stessa Benussi, “nasce dal desiderio, a lungo coltivato, di raccontare una pagina di una storia di/al confine, complessa e misconosciuta nonostante la sua collocazione geografica vicina. In questo progetto si vuole infatti contribuire a tratteggiare la vita della comunità italiana in Istria negli anni Settanta fino alla morte di Tito nel 1980, in particolare sul vissuto dei bambini e adolescenti della comunità italiana. È il loro sguardo che ci riporterà nell’Istria della Jugoslavia, l’Istria rossa del Maresciallo Tito. Il lavoro intende mettere in luce l’interazione tra il progetto di formazione della gioventù socialista messo in atto attraverso gli strumenti dell’educazione, i mass media e la memoria dei soggetti coinvolti, focalizzando l’attenzione su un segmento
generazionale ben definito: la generazione nata negli anni Sessanta, cioè i figli e/o nipoti dei “rimasti”, ovvero degli italiani che alla fine del secondo conflitto
mondiale non intrapresero la strada dell’esodo. Si tratta di persone che vissero gli anni Settanta come bambini, ragazzi, studenti della scuola dell’obbligo, e la cui iniziazione ideologica passava attraverso la formazione dei pionieri, la gioventù socialista fino all’eventuale inquadramento nella Lega dei comunisti.
Allo stesso tempo, era la prima generazione ampiamente ‘televisiva’, spettatrice sia delle trasmissioni di Tele Capodistria che delle trasmissioni della Rai.”
Proiezione del documentario di Sabrina Benussi.
Partecipano l’autrice e Alessandro Casellato
Introduce e coordina Alessandro Cuk.