Questa è la storia a lieto fine dei cuccioli di elefante africano rimasti orfani in seguito al bracconaggio e riportati alla gioia di vivere da una Charity – The
David Sheldrick Wildlife Trust, che opera all’interno del National Park di Nairobi – e di un viaggio ”oltre le barriere” voluto e realizzato da Pina Francesca
(referente a Mestre della comunità Nuova Cipressina dell’Anffas) e dal sottoscritto (medico veterinario di Mogliano Veneto) entrambi membri di un progetto
italiano no profit, Pengo Life Project, da me fondato con passione a sostegno della suddetta charity (“DSWT”).
Barriere geografiche, di specie, intra – specie (categorie sociali), mentali, individuali. Un gruppo di persone eterogenee per età – professione – status ma anche per “diversabilità” ha intrapreso questa esperienza profondamente umana di conoscenza condivisione empatia che li ha fatti tornare a casa “diversi”, arricchiti e consapevoli di come sentimenti, emozioni, comportamenti sociali e familiari siano in realtà una prerogativa non solo della specie umana, neanche solo dell’umana normodotata ma di tutte le forme viventi nell’universo.
La realtà dove ha avuto luogo questo incontro è la Nursery, in italiano l’asilo, di Nairobi, dove vengono accolti e curati i cuccioli orfani di elefante africano.
È stata progettata e realizzata da Dame Daphne Sheldrick, presidentessa del The David Sheldrick Wildlife Trust, una Charity nata in memoria del marito scomparso, famoso naturalista inglese a cui si deve la nascita del National Park a Nairobi. Molti sono i cuccioli di elefante ma anche di rinoceronte recuperati e salvati dal centro fino ad oggi, molto viene fatto ogni giorno per la conservazione delle specie e dell’ambiente attraverso l’informazione e l’educazione locale. Sheldrick è stata una donna coraggiosa e capace che ha saputo farsi seguire e supportare anche dalla popolazione indigena nel portare avanti le
battaglie in difesa della natura selvaggia e nel promuovere un comportamento umano etico e rispettoso.