'Inventing the Truth. On Fiction and Reality” è il progetto che il Padiglione della Romania presenta alla Biennale Arte di Venezia All the World's Future.
Espone: Michele Bressan, Carmen Dobre-Hametner, Alex Mirutziu, Lea Rasovszky, Stefan Sava, Larisa Sitar
La mostra 'Inventing the Truth. On Fiction and Reality' riflette sulle possibilità di finzione quali strumenti per comprendere il mondo e per risaltare il presente. L’oscuramento della linea tra finzione e realtà ci permette di articolare alcune ipotesi creative sul presente e sul passato. Le riflessioni degli artisti evidenziano il processo d’interpretazione, da un lato, e la complessità della produzione di una storia, dall’altro. La costruzione visiva di ciascun progetto utilizza la convenzione della finzione, anche se il nucleo resta di tipo documentarista, lasciando visibili le tracce dell’autore e le fini “cuciture” tra autenticità e invenzione. L’impossibilità di identificare il luogo dove la storia inizia e dove finisce la realtà fa vacillare il visitatore tra quanto convincente e quanto stridente è la messa in scena.
Il progetto fotografico di Carmen Dobre-Hametner ricostruisce l’esperienza traumatica di vivere nell’Unione Sovietica tramite il re-enactement, concepito come una simulazione più morbida di un bunker abbandonato nei pressi di Vilnius, Lituania. Ștefan Sava propone un saggio video sul potenziale, ma anche sui limiti d’interpretazione personale di un archivio fotografico, interrogandosi sulle rappresentazioni di un passato traumatico. Il progetto di Larisa Sitar parla degli scambi tra ideologia e storia e propone una nuova visione del “giardino del disordine”, appropriandosi varie incisioni di diversi periodi rappresentanti violenza, rovina e personaggi anonimi che hanno influito sulla storia dell’umanità. Michele Bresan utilizza l'errore di piazzamento temporale di un evento, per trasformarlo in maniera astratta e per sospenderlo aldilà delle convenzioni cronologiche. Lea Rasovszky mette insieme una storia fatta di frammenti di eventi reali, memorie personali e citazioni tratte dai libri. Alex Mirutziu si appella a concetti quali “oggetto burocratico” e “design ontologico” nelle relazioni che stabilisce tra parola e spazio, corpo e oggetto.