Le opere di Silvana Scarpa sono espressione di un pensiero soggettivo che si esplica nella sperimentazione artistica di nuove forme: silenziose rappresentazioni del mondo oggettivo, definite nel dettaglio. E’ il suo un tentativo di visualizzare l’irreale e l’onirico; di scandagliare le profondità dell’inconscio, alla ricerca di una verità che possa abbracciare il tutto. Il suo mondo pittorico è risultato di “gioiosa” ricerca. La pittrice non si lascia afferrare dal flusso delle correnti dell’arte, per quanto quasi tutti gli “Ismi” siano in lei –seppur inconsciamente - rappresentati, vuoi quale frutto di approfondimento culturale, vuoi quale approccio o distacco per affinità o per voglia di libertà; così nel passaggio dal concreto all’astratto, nella strutturazione sistematica del materico, nel confluire di elementi del quotidiano, nella scansione atemporale di variazioni ritmiche che riportano alla vita, come nei suoi fondali marini; che riportano alla danza, come nei suoi papiri.
E non dimentichiamo le figure femminili: amazzoni iperreali del XX secolo, in sella alle motociclette, dove il rumore del motore è riprodotto sulla tela nel tentativo di fermare anche solo per pochi istanti il tempo, secondo la lezione futurista.
Le sue ultime chine sono vibrazioni di luce, esaltata dalle zone d’ombra, lungo un impervio percorso che s’ inabissa negli anfratti dell’anima. Silvana Scarpa ama così disvelarsi: creatura solare, inquieta, curiosa, spinta alla scoperta di culture lontane nello spazio e nel tempo: Cina, Brasile. Cile, Perù. Egitto sono le tappe di un vasto itinerario da cui riportare impressioni profonde e durature, da elaborare, da intessere nel proprio vissuto. Dal Cairo ha portato anche i Papiri, sostanza ed essenza in una, poiché materiale su cui esprimere la propria creatività, ma anche fonte di pulsione. I tenui colori dalle tonalità del loto, le figure appena accennate in cui l’eros è mentale anziché fisico, ma soprattutto la connotazione coreografica dove la danza diventa messaggio poetico ci parlano di un armonioso equilibrio e sembrano alludere all’arte egizia. Ma l’artista veneziana riprende tosto il sopravvento. Sottraendosi a un tale fascino, riafferma la sua personalità: avvalendosi di una tecnica singolare, nel delicato gioco cromatico reinventa il mondo.