Un progetto site specific sviluppato da Giorgio Vigna (Verona, 1955) appositamente per il Wabi-Sabi al centro del terzo piano di Palazzo Fortuny.
Ancora una volta è la sperimentazione delle potenzialità della materia - vetro, rame e oro così come materiali di scarto – a guidare la ricerca dell’artista, in cui naturale e artificiale, immaginifico e sublime s’incontrano e scontrano in opere sospese tra il possibile e l’irreale. La mostra si articola in undici momenti, undici “stazioni” o meditazioni diverse in cui la materia diviene ora leggera ora pesante, può farsi puro colore incandescente, assumere consistenza ingannevole o forme ancestrali.
ALTRE NATURE si presenta come un viaggio, un percorso circolare e atemporale, articolato in undici momenti e ottantanove opere che sintetizzano ed esemplificano aspetti diversi del lavoro dell’artista, in cui, sempre , gioca un ruolo fondamentale la scelta e la ricerca sulla materia.
Una sosta contemplativa (il Giardino dell’inizio) apre il percorso espositivo, un invito a sedere su grandi sculture, un vuoto sonoro racchiuso in segmenti metallici, improvviso e catartico. Nelle tre successive “stazioni” si manifestano accostamenti materiali antinomici, in cui il rame è reso docile e racchiuso in forme levigate, traslucide come gocce d’acqua solidificate. Nel sesto passaggio (il “Giardino fiorito”), enigmatici vasi in vetro emergono nell’oscurità facendo esplodere fiori su steli di rame, chiaro rimando alla canna da soffio dalla cui estremità nascono da sempre le opere dei maestri vetrai delle fornaci di Venini. Seguono poi le “finestre astronomiche”, due grandi opere in carta lavorata con un personale processo di stampa, “acquatipo”, che si presentano come grandi finestre affacciate su una vita cosmica ricca e frammentata. La nona “stazione” è un totem costituito di bracciali dei più vari metalli, reali e non, che emerge come una stalagmite affiorata da misteriose cavità sotterranee.
Il percorso si chiude in un ultimo contraddittorio contatto, la forma perfetta della sfera di vetro trasparente contenente un frammento di materia metallica grezza, come fosse acqua congelata che ingloba al suo interno il fuoco, una forma incandescente che evoca l’esplosione dei vulcani marini.