Venti nature morte di Giorgio Morandi (Bologna,1890 -1964), in parte inedite e provenienti da collezioni private. Dipinti ” silenziosi e dimessi” i cui colori “ vibrano di una luminosità un po’ appassita che sembra venire dall’interno.. una pittura che si colloca mirabilmente nello spazio percettivo e mentale che sta fra il visibile e l’invisibile” (Francesco Poli, dal catalogo della mostra.)
Un’occasione straordinaria e unica, dunque, per dar vita a un insieme di assonanze e rimandi: da un lato, sul piano della ricerca formale, con la minuziosa accuratezza di Fortuny, dall’altro con gli “spazi metafisici” di Tirelli, esposti al primo e al secondo piano.
Attraverso un’accurata selezione di opere raramente esposte che coprono un arco di tempo che va dal 1921 al 1963, la mostra vuole immergere il visitatore nello stesso silenzio meditativo che Giorgio Morandi riservava alla realizzazione dei suoi dipinti.
Il visitatore è invitato ad addentrarsi nel dipinto per trovare una personale chiave di lettura, fosse anche solo quella di interrogarsi sul significato di quei vasi e di quelle bottiglie, di quegli oggetti sempre uguali, ma sempre diversi, che sono il codice, l’alfabeto espressivo dell’artista. Il tentativo è quello di favorire, tra l’opera e lo spettatore, un dialogo privo di filtri e di parole, nella consapevolezza che il silenzio morandiano non si presta a un’interpretazione univoca e può essere di volta in volta letto e sentito in maniera differente:nnon uno ma più “Silenzi”, tutti possibili fil rouge della sua opera.