Promossa dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, apre il 3 marzo a Palazzo Loredan la mostra L'acqua e la luce. La fotografia a Venezia all’alba dell’Italia unita.
La mostra rivisita il periodo cruciale conclusosi con l’unione di Venezia e del Veneto all’Italia, rivolgendo lo sguardo ad un aspetto poco frequentato da parte degli storici del Risorgimento: come la fotografia ha guardato alla città e testimoniato quegli eventi nell’arco temporale collocato tra l’esaltante esperienza della Repubblica di Manin, il coronamento di quei sogni patriottici lungamente coltivati e l’ingresso di Venezia nell’Italia unita. Si giunge così a delineare un trentennio della vicenda iconografica cittadina, contrapponendo la Venezia del periodo austro-ungarico a quella ormai italiana, allo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sintetico sulla città e mettere in luce le modificazioni che la fotografia poté rilevare.
La mostra comprende opere originali di autori diversi e in formati diversi, provenienti da varie collezioni, pubbliche e private, veneziane e venete, vetri da proiezione fotografici e stereogrammi con vedute di Venezia, oltre che alcuni apparecchi ottocenteschi per la visione (es. un megaletoscopio, alcuni stereoscopi, un grafoscopio, ecc.) e una rara camera ottica per la ripresa di dagherrotipi con ottica Ponti.
Il percorso dell’esposizione è costituito da tre insiemi: uno più tradizionale di tipo vedutistico in cui si assiste alla contaminazione di più dimensioni temporali; un secondo più propriamente storico, che intende documentare come negli anni del dominio asburgico la fotografia mantenga un atteggiamento abbastanza equidistante e sia difficile cogliere quell’avversione antiasburgica crescente che viene documentata da altre fonti letterarie e memorialistiche; l’ultimo che mostra come, grazie alla fotografia, si possa andare alla scoperta, quasi in compagnia di pittori come Giacomo Favretto, d’una Venezia diversa, più viva e autentica, fatta di mestieri che si svolgono all’aperto, di nuovi protagonisti sociali.
Alla mostra fotografica si affianca una sezione cinematografica che presenta alcune riprese tra le prime mai realizzate in città, illustrando il modo nuovo di guardare a Venezia e alla vita che vi si svolgeva, determinato dal nuovo linguaggio espressivo oltre che dal periodo storico che si apriva.
Grazie alla proiezione di filmati originali d’epoca, il pubblico potrà fare esperienza della visione stereoscopica con materiali originali.
A Palazzo Loredan l’esposizione è allestita negli ambienti attigui al Panteon Veneto che è strettamente connesso al tema risorgimentale della mostra. La collezione di ritratti marmorei, opera di celebri scultori veneti del XIX secolo, fu inaugurata infatti in occasione del IX congresso degli scienziati italiani che nel 1847 consolidò quel sentimento di identità nazionale che avrebbe portato, l'anno successivo, alle rivoluzioni anti-austriache scoppiate in tutta Italia.
L’Istituto Veneto ha attribuito una particolare attenzione allo sviluppo della fotografia sia con l’assegnazione di premi industriali per l’innovazione a inventori e fotografi veneziani già alla metà del XIX secolo, sia finanziando la campagna fotografica di Giuseppe Gerola a Creta nel 1899-1900.
L’interesse dell’Istituto Veneto per le tecniche fotografiche è riscontrabile, inoltre, già negli Atti del 1861, dove viene descritto l’aletoscopio di Carlo Ponti.
Orari: da martedì a venerdì dalle ore 14 alle ore 18;
sabato e domenica dalle 11 alle 18.