Le tradizioni musicali di Oriente e Occidente si incontrano nelle improvvisazioni di Trilok Gurtu, il maestro di percussioni originario di Bombay. Alunno della band di Don Cherry dal 1976 al 1978, è stato al fianco di Jan Garbarek, Bill Evans, Nana Vasconcelos e Joe Zawinul, oltre che di primari chitarristi jazz e rock, da Pat Metheny a Vernon Reid, da Larry Coryell a David Gilmour. Proprio due chitarristi sono stati cruciali per la sua ascesa alla ribalta mondiale: Ralph Towner, che lo volle negli Oregon dal 1984 al 1988, e John McLaughlin, che lo ha reclutato in successive edizioni della Mahavishnu Orchestra e con il quale il sodalizio dura da più di vent’anni.
Gurtu vanta forti legami con l’Italia, dove incominciò la sua avventura musicale negli anni Settanta, prima di stabilirsi in Germania. Allora prese parte al progetto degli Aktuala, un gruppo italiano che coniugava in una complessa ricerca ritmica sonorità africane e orientali. Più di recente è comparso a fianco di cantautori come Marina Rei e Ivano Fossati, e nel 2007 ha realizzato Arkeology, insieme con i bolognesi dell’Arkè String Quartet. È un lavoro che culmina nell’estesa 'Taranta Suite', riuscitissimo mix tra le tabla e le contagiose danze salentine. Gurtu ha lavorato con molti musicisti e cantanti africani, da Angelique Kidjo a Salif Keita a Oumou Sangare.
Il mix vincente di jazz, musica cubana e world music con forti radici africane fa di Omar Sosa un nuovo straordinario ambasciatore del pianismo contemporaneo. Partendo da una preparazione classica, l'artista ha allargato i suoi orizzonti musicali prendendo spunto dalla musica della sua Cuba e ne ha aperto ulteriormente i confini con le più svariate esperienze musicali, che vanno dall'etnica dell'Ecuador e altre terre del sudamerica alla 'trance music' Gnawa del Marocco e ancora alle tradizioni spirituali Yoruba. Questa sua ecletticità si riscontra nelle produzioni musicali dove, suonando con big band, gruppi di soli percussionisti, in duo e da solo, Sosa dimostra tutta la sua incredibile versatilità. Già straordinario come pianista, Sosa ha iniziato a usare l'elettronica con rara intelligenza, aggiungendo al suo sound echi, campionamenti, loop e delay che rendono la sua musica ancora più polifonica, poliritmica e trascinante. Omar Sosa ha registrato sino ad oggi quattordici dischi nelle vesti di leader ma sono i suoi concerti che lo rendono incomparabile e indimenticabile.
In occasione dei 20 anni dalla scomparsa di Miles Davis, icona della musica jazz, presenta un progetto speciale dedicato a “Kind of Blue”, pietra miliare della storia della musica, proponendone una versione dalle tinte elettriche, riarrangiata e reinterpretata in maniera personale ed originale. Omar Sosa (pianoforte, fender rhodes, electronics) sarà affiancato da un quintetto di altissimo livello coon Childo Tomas al basso elettrico, voce, m’bira; Marque Gilmore alla batteria; Peter Apfelbaum al sax tenore; Joo Kraus alla tromba.