Fuga dalla prigione, attribuita alla Vergine Maria, del patrizio veneziano Girolamo Miani fondatore dei Padri Somaschi.
Convegno di studi nel V centenario.
Nel corso del XV secolo i Miani di S. Vidal sono una famiglia patrizia di medie fortune,che la drammatica morte del capofamiglia, Angelo, precipiterà nel 1496 in una condizione economica modesta, se non precaria. Girolamo, il più piccolo dei fratelli, si trova pertanto a dover provvedere al proprio sostentamento avviandosi alla carriera politica proprio nel corso di una dura prolungata congiuntura militare: la guerra fra la Serenissima e i collegati di Cambrai (1509-1517). Gli eventi lo portano a comandare la guarnigione del castello di Quero, sopra Valdobbiadene, dove nell'agosto 1511 viene fatto prigioniero da un reparto di imperiali comandato dal greco-albanese Mercurio Bua. Si trova nel campo nemico a Maserada sul Piave, quando la sera del 27 settembre riesce a fuggire e a riparare a Treviso, rimasta veneziana. Successivamente il Miani dichiarerà al sacrista della chiesa/santuario della Madonna Grande che fu l'intervento della Vergine a consentirgli di liberarsi, passare inosservato tra le linee nemiche e giungere a salvamento, dopo aver camminato tutta la notte tra insidie e pericoli. A testimonianza della straordinaria vicenda, Girolamo dona al santuario trevisano i simboli (catene, ceppi) della sua prigionia.
Questo Convegno si colloca nel cinquecentesimo anniversario degli avvenimenti che impressero una svolta radicale nella vita di Girolamo, spingendolo a una riflessione interiore culminata nella vocazione a porsi al servizio degli orfani, dei derelitti, dei miseri.
Le relazioni dei partecipanti al Convegno esamineranno sotto angolazioni particolari gli aspetti salienti della vita del Miani, prima e dopo le circostanze che portarono un uomo d'armi alla santità, fondando quella congregazione che oggi,in tutto il mondo, opera nel suo nome.