Ripensare la città è oggi una delle priorità che la contemporaneità ci impone. Gli assetti urbanistici, le reti sociali e i reticoli identitari che in essa si intrecciano sono al centro di profonde trasformazioni che chiamano in causa la necessità di nuove e più partecipate forme di esercizio della cittadinanza.
La città è anche e soprattutto un luogo che produce cultura, capace perciò di produrre e riprodurre innumerevoli immaginari, legati alle identità e alle storie di chi la attraversa. In questo senso il quartiere di via Piave a Mestre, sul quale si è focalizzata l'attenzione, offre un punto di vista privilegiato in virtù della sua complessità sociale e del particolare rapporto che intrattiene con la città di Venezia. Insieme ad un gruppo di cittadini si racconta, con un taccuino e una macchina fotografica, questa complessità: il percorso, iniziato a dicembre 2011, si è sviluppato attraverso incontri settimanali ascoltando e comprendendo i reciproci punti di vista con lo scopo di costruire un racconto a più voci del quartiere.
Storie ed esperienze differenti, visioni e letture del cambiamento in atto: 27 scatti a disposizione di ogni partecipante per dire la propria e osservare il quartiere guardandolo attraverso il mirino di una macchina fotografica, raccontarne i luoghi e le collettività che lo attraversano.
Terminati gli incontri laboratoriali, la mostra presenta al pubblico i progetti fotografici del gruppo Reporting via Piave: più di 200 scatti per raccontare le identità, le trasformazioni, le risorse e i limiti del quartiere Piave di Venezia Mestre.
In mostra i progetti di: Alessandro Angeli, Lorenzo Angeli, Marino Bastianello, Valentina Bona, Elisa Cargnel, Filippo Casarin, Francesco Casarin, Eugenia Delfini, Claudia Faraone, Paolo Grazioli, Sandro Mion, Alice Musi, Endri Orlandin, Marlies Ranieri.