L’antico non è solo un interesse esclusivo dei conservatori.
La riscoperta di numerosi siti archeologici dei primi millenni dà all’uomo moderno l’impressione di conoscere meglio i costumi antichi. Tra il 1860 e il 1866 nasce la corrente parnassiana (alla quale succede il simbolismo), che perora il ritorno alla poetica greco-romana pur senza rinnegare le acquisizioni del romanticismo: l’obiettivo è la perfezione e il risultato è l’arte per l’arte.
Alla frenesia di un Berlioz risponde l’impassibilità di un Debussy, mentre Maurice Emmanuel, uno dei primi veri musicologi, si specializza nell’ellenismo e in particolare nella danza antica. Rivela così tutta una parte di storia artistica inesplorata. L’arcaismo e il mito di una Grecia scevra di profanazioni si trasformano, raffinati e arricchiti dagli esperimenti linguistici e poetici di Stéphane Mallarmé e Pierre Louÿs, per citare due degli autori a cui s’ispira Debussy.
Il Prélude à l’après-midi d’un faune diventa metafora di una corrente musicale alla ricerca di nuovi territori armonici che combinano le arti in una tavolozza di emozioni diffuse.
INTERPRETI: Sanja e Lidija Bizjak, pianoforte.