mostre
Place to place

Place to place traccia una mappatura plurale di luoghi astratti o reali in cui l’arte dimostra di essere un dispositivo libero di essere intercettato, modificato e (ri)plasmato secondo le attitudini del tempo che si presta a vivere; ciò che ne consegue è una geografia affettiva e profondamente umana. Essa si riconosce nella polisemia dell’arte contemporanea ponendo delle domande sui luoghi delle nostre memorie individuali e collettive, sui nostri affetti e sulle nostre origini.

Le opere esposte mettono in discussione la forza costruttiva e distruttiva dell’essere umano, sia nei confronti della natura che nei confronti dello spazio strutturale e architettonico. Le diverse accezioni del termine luogo si susseguono in una sorta di ciclicità di avvenimenti, di sensazioni e di stati d’animo propri dell’uomo contemporaneo, in un percorso emotivo e sensoriale in cui l’arrivo coincide con il punto di partenza e la dimensione affettiva del ricordo costituisce un rifugio, materiale e ideologico, dal mondo che ci circonda.

Con l’installazione di Alice Pedroletti (Milano, 1978) l’arte si avvicina alla realtà del territorio sociale ed economico ricostruendo anche la memoria personale e familiare. Le stampe di Ryts Monet (Bari, 1982), invece, sovrappongono la polisemia dei simboli e delle allegorie della libertà per ottenere uno spiazzamento copia/originale dal riflesso marcatamente politico e ironico. La documentazione delle opere site-specific di Pablo Valbuena (Madrid, 1978) ha come scopo primario la trasformazione dell’ambiente attraverso la percezione dello spettatore. I video di Margherita Morgantin (Venezia, 1971) riflettono su atmosfere antitetiche come artificiale/naturale nell’economia di un paese, l’Estonia, dove il selvaggio diventa bene di consumo a favore del disboscamento, mentre le fotografie di Dritan Hyska (Albania, 1980) spersonalizzano i luoghi a favore di una visione urbana globale tanto da renderli tutti ugualmente irriconoscibili. Il collettivo torinese Guerrilla Spam (Firenze, 2010) ironizza con i linguaggi immediati presi a prestito dalla Street Art sui luoghi sociali dell’arte: il mercato e il suo sistema. Agne Raceviciute (Lituania, 1988) mimetizza affetti e terra di provenienza per un’analisi interiore tra segni genetici, la nonna, e luoghi natii sconosciuti.

La mostra è anche l'occasione per vedere in anteprima due opere video mai esposte a Venezia: The Magic Piper of Ishinomaki di Ryts Monet – realizzata con il supporto del Tokyo Metropolitan Foundation for History and Culture, Tokyo Wonder Site - che affronta il delicato problema della città di Ishinomaki, colpita dallo tsunami del 2011 ed interessata dalle radiazioni di Fukushima e Genovaite Raceviciene in Juodkrante Neringa della lituana Agne Raceviciute la quale, attraverso la propria opera, riscopre le radici familiari e indaga l’habitat e la multisfaccettatura ambientale che caratterizza il suo paese d’origine.

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 17/02/14 al 22/02/14
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno
San Marco 3073 - 30124 Venezia
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