mostre
Giovanni Antonio Rizzi Zannoni. Scienziato del Settecento veneto

Il più celebre e apprezzato cartografo italiano del XVIII secolo fu il padovano Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (Padova 1736–Napoli 1814). Nel bicentenario della sua morte, il 15 e 16 maggio si tiene all’Istituto Veneto un convegno, affiancato da una mostra, riguardante la sua attività svolta per circa un sessantennio al servizio di corti e governi europei.

Nella mostra documentaria, allestita a Palazzo Loredan sono esposte alcune rare opere di cartografia. Una sezione è invece dedicata a volumi e opuscoli relativi alla vita e alle opere di Rizzi Zannoni a partire dalla prima citazione a stampa che lo riguarda e che compare in un raro opuscolo di Rigobert Bonne - pubblicato a Padova, probabilmente luogo ed editore fittizi, nel 1765 - fino alla trascrizione commentata, pubblicata nel 2008, di una sua lettera da Monaco del 1776, indirizzata all’Abate Toaldo, durante il suo rientro in Italia. Nella stessa sezione saranno presenti alcune pubblicazioni dell’autore non di carattere cartografico. Alla realizzazione della mostra collaborano, oltre alla Biblioteca Marciana, l’Archivio di Stato di Venezia e quello di Padova, che forniranno alcune immagini tratte dai loro documenti d’archivio, e la Biblioteca del seminario Vescovile di Padova che possiede la maggiore raccolta epistolare di Rizzi Zannoni.

Astronomo e geografo oltre che cartografo, Rizzi Zannoni fu attivo in Germania tra il 1759 e il 1762, in Francia tra il 1762 e il 1776, in Veneto tra il 1776 e il 1781 e a Napoli dal 1781 fino alla sua morte avvenuta il 20 maggio del 1814. Negli oltre cinquant’anni di attività produsse osservazioni astronomiche, progetti cartografici, relazioni scientifiche, elaborati manoscritti e carte a stampa . Lasciata giovanissimo la città di Padova, in Germania si formò alle scienze matematiche e astronomiche pubblicando per gli stabilimenti geografici di Seutter e di Homann. Trasferitosi a Parigi, nel 1760 attirò l’attenzione degli astronomi europei per la pubblicazione di una Epistula con la quale chiedeva di effettuare osservazioni astronomiche simultanee per determinare le differenze di longitudine di parecchi luoghi dell’Europa. I contatti con la folta colonia veneta a Parigi sollecitarono l’interesse dell’astronomo Giuseppe Toaldo che lo convinse a rientrare a Padova.

Rizzi Zannoni giunse nella città natale nel 1776 e si recò quindi a Venezia dove, su indicazioni di Toaldo, prese contatto con studiosi e aristocratici, per raccogliere materiali, strumenti e sostegno economico per la realizzazione di una carta degli stati veneti. Lavorò a tale progetto per tutto il 1777, portandosi in Friuli e in Istria, effettuando triangolazioni ed osservazioni astronomiche necessarie alla realizzazione della carta. In occasione di tali viaggi – si recò forse anche a Vienna – ebbe occasione di contattare il principe von Kaunitz (1711-1794), al quale sottopose, il 13 novembre 1777 forse su sua espressa richiesta, un progetto per una carta della Lombardia. Su tale lavoro, la cui direzione tecnica era divisa tra Rizzi Zannoni e l’abate Paolo Frisi, si scatenò subito un conflitto culturale e di potere con gli astronomi dell’osservatorio di Brera, che ritenevano la strumentazione del geografo padovano assolutamente inadeguata per la realizzazione di accurate osservazioni astronomiche e angolari. Il conflitto di competenza tra gli astronomi e Frisi si trasformò presto in una polemica personale alla quale Rizzi Zannoni fu del tutto estraneo, ma che bloccò l’operazione della carta per circa tre anni. Nel 1778, sfumata la carta del Milanese, egli aveva avviato la realizzazione di una grande carta del territorio padovano, in scala 1:20 000, che doveva comporsi di dodici fogli; nel 1781 ne risultavano pubblicati già tre. Intanto Rizzi Zannoni aveva trovato una degna sistemazione nell’ambiente padovano ed era stato nominato, il 29 marzo 1779, pensionario dell’Accademia di Padova con una retribuzione di 100 ducati mensili. La sua attività futura sembrava doversi oramai collocare negli stati veneti, per l’esecuzione di una grande carte dei possedimenti di Terra, della carta topografica del Padovano e di uno straordinario progetto editoriale per un grande atlante universale, per il quale pubblicò nel 1781 un Manifesto per le sottoscrizioni.

Nel giugno del 1781 si recò a Napoli, su richiesta del re, per realizzare una carta topografica del Regno. Il suo trasferimento a Napoli portò alla nascita della moderna cartografia geodetica nel Mezzogiorno d’Italia. Egli fu l’ultimo autentico geografo di corte in un mondo che si andava radicalmente e velocemente trasformando sotto gli impulsi della rivoluzione francese e delle nuove tecniche di rilevamento e di calcolo geodetico.

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 15/05/14 al 25/05/14
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Palazzo Loredan - Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Campo S. Stefano, 2945 - 30124 Venezia
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