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Aslı Kutluay- Melting Point

A Venezia, nel mese di aprile 2016, in anteprima per i visitatori della Biennale di Architettura, aprirà la mostra di opere inedite dell'artista turca Aslı Kutluay, curata da Vittorio Urbani e Elisa Genna, e allestita in un nuovo spazio espositivo: il Magazzino Galleria presso Palazzo Contarini Polignac, uno dei più importanti edifici del Rinascimento Veneziano affacciato sul Canal Grande.

La mostra sarà inaugurata da una performance “Dervish in Progress” del ballerino Ziya Azazi. Asli Kutluay, designer e artista, vive e lavora ad Ankara. Ha sempre dimostrato un forte interesse nel presentare le diversità culturali, i dilemmi e le varietà del mondo. Trasmette le sue osservazioni attraverso storie suggestive trasposte in dipinti, sculture e installazioni. L'artista ha prodotto un corpus coerente di nuove opere, pezzi 'non funzionali' di arredamento, destinati a creare una connessione tra le opere d'arte, il luogo e i visitatori. Il lavoro parte dalle sue riflessioni sul fenomeno del riscaldamento globale: strutture vicine al punto di fusione e all’incrinatura a causa del cambiamento climatico, ci mostrano, come in uno specchio magico, lo scenario inquietante in cui potremmo essere costretti a ritrovarci noi stessi. Tuttavia, i responsabili di questi cambiamenti siamo esattamente noi, gli esseri umani. La presentazione delle opere inoltre suggerisce anche una via di “purificazione” per recuperare ciò che stiamo perdendo sia in termini di ecologia della natura e della mente che in termini di qualità dei rapporti tra gli esseri umani. Wirenets, per esempio, è una rappresentazione delle frontiere. Questo lavoro ci interroga: abbiamo davvero bisogno di confini, e quando non abbiamo bisogno di loro? Dovremmo reinventare e ridefinire le problematiche del rispetto, della fiducia, dell’autocompiacimento - tutti valori etici acquisiti nel corso di migliaia di anni, che sembrano ora essere stati dimenticati? Aftermath, installazione fatta da due sedie vittoriane da giardino e un tavolo, sembra essere stata danneggiata e fusa dal calore e dall'inquinamento. Allo stesso tempo è anche una critica allo 'scontro dei poteri', che l'artista individua come la causa del decadimento del mondo. Anche la natura entra a far parte della mostra, con le opere scultoree Stalactites e Stalagmites, realizzate utilizzando cavi dell'elettricità e una luce rossa: il rosso è infatti sia il colore del calore che un riferimento al 'ego' dell’uomo. Lo stesso riferimento lo ritroviamo in Crack table: tavolo spaccato in due pezzi identici, come lo 'Ying” e lo “Yang'. Kutluay ne abbassa l'altezza introducendo uno scalino e tagliando diagonalmente il tavolo, il che corrisponde al movimento della fusione per calore. Calore che non è solo il risultato del riscaldamento globale, ma anche delle tensioni create dall’'ego' dei protagonisti. Qui non abbiamo bisogno di sedie per comunicare; possiamo solamente sederci per terra. Lo spazio tra i pezzi è infatti il simbolo di una comunicazione sana di cui necessitiamo in ogni tipo di relazione.

Il video Our blue planet è stato girato dall'artista a Dubai nel dicembre del 2015, in pieno inverno. Una nuova e moderna architettura si staglia davanti ai mosaici della piscina e i filtri sono realizzati in una composizione blu. Quelli che vediamo sono elementi artificiali inventati dall'uomo. Possiamo sentire il suono e percepire il colore dell'acqua. Acqua che, rappresentata dal blu e raccolta artificialmente in questa piscina, sarà certamente l'elemento più prezioso del futuro. Il lavoro site specific di Kutluay sta in perfetto equilibrio tra arte e design, come sono convenzionalmente intesi. Se infatti l’'arte' è una metafora trasformata in oggetto, il 'design' è la produzione industriale di oggetti funzionali, ripensati e ridisegnati secondo idee estetiche ma sempre rispettando la loro destinazione d’uso. Le opere in mostra di Kutluay tendono a mescolare ulteriormente questi due campi, mettendo in discussione la loro tradizionale divisione e spingendoci ad interrogarci su questa materia. Aslı Kutluay ha tenuto mostre personali presso: Cer Modern, PlatformArmony, Galeri Artist LAB e Kav Galleries di Ankara; Armaggan, Galeri Eksen, Seli Arte e Istanbul Design Week ad Istanbul; Artifact Gallery di New York e Galleria Artem Gallery di Bratislava. Tra le mostre collettive nazionali ed internazionali: In Italia, “With his feet resting heavily on clouds”, curata da Antonello Tolve, presso il Museo Michetti di Pescara; “Opportunito Collettiva di Arte Contemporanea” & “Equilibri Armonici”, curata da Marco Testa, a Firenze; “Essence of All Things”, curata da Dores Sacquegna, PrimoPiano LivingGallery, a Lecce; In Germania, “Flu Games Berlin” - Malzfabrik & 'Infantellina Contemporary', a Berlino In Turchia, “Energy for Life” & “One” with Armaggan Art & Design Gallery, a Istanbul. In Francia, “Viaduc des Arts PARIS” &“Dialogue East & North” presso Gallery Monteolivetto a Parigi e a Nizza e “Je viens d’Anatolie...” presso Council of Europe des Arts Club di Strasburgo. Ha esposto anche al Contemporary Istanbul Art Fair in collaborazione con Canadian Arteria Gallery e al “Sofa Functional Art Fair” con Armaggan Gallery di Chicago. Tra i riconoscimenti: in Francia ha vinto il Conceptual Study Award presso 'Pari Emballage' a Parigi.

Responsabile del progetto: Deniz Taner Gokce A cura di: Vittorio Urbani Assistente al curatore: Elisa Genna Assistenza tecnica: Emmeti impianti s.a.s Magazzino Galleria

dettagli
Biglietto: entrata libera
quando
dal 06/04/16 al 27/04/16
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
Giorni di chiusura: lunedì
dove
Palazzo Contarini Polignac
Dorsoduro 875 30123 Venezia
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