Imprevedibile, giocoso, curioso, onnivoro, citazionista: il pianismo di Uri Caine è la quintessenza del jazz di oggi. Nella sua carriera Caine passa con disinvoltura dalle atmosfere elettriche del progetto Bedrock o dei quintetti di Dave Douglas alle originali riletture di Mahler, Bach o Verdi, dal Brasile al jazz dell’inizio del secolo appena trascorso. Dopo la trionfale direzione artistica della scorsa Biennale Musica, Caine torna a Venezia e lo fa nel modo più intimo e personale, con il progetto Solitarie, dialogando con gli ottantotto tasti del pianoforte per farne sgorgare una musica senza confini.