Le nuove proposte dello Stabile del Veneto sono affidate a tre giovani registi. L'esordiente Lorenzo Maragoni, dopo aver ricevuto pareri unanimi dalla giuria del premio off 2012, firmerà la regia del suo primo grande spettacolo 'Sior Tita paron' di Gino Rocca, straordinaria e perfetta macchina comica che al suo interno nasconde abilmente un dramma dallo stile ceckoviano. L'amico e compagno di studio della 'Bottega' Antonio Latella metterà invece in scena una pungente rivisitazione del capolavoro di Carlo Goldoni 'Il servitore di due padroni'. Che cosa è cambiato dal 1947 quando Giorgio Strehler mise in scena la sua visione di Arlecchino? Il nostro modo di vedere le cose, il nostro modo di ridere ed essere “intrattenuti”. Ma in quale direzione? L’unico modo per saperlo è provare a mettere il testo in discussione attraverso il recupero dell’essenza delle maschere o attraverso la lingua, avvicinandola più a un sentire attuale.

Sono questi gli indirizzi che confermano l'attitudine dello Stabile del Veneto a valorizzare le proprie eccellenze, siano queste drammaturgiche, come lo sono state l'anno scorso le messe in scena dei lavori scritti da Trevisan, Carlotto e Scarpa, o quelle che riguardano la crescita di nuovi talenti del nostro territorio. E sono proprio quest'ultimi i protagonisti della nostra terza produzione 'L'Ispettore generale' di Gogol. A curarne la messa in scena è Damiano Michieletto, regista ormai affermato nel panorama della lirica che, dopo l'ottima prova nelle ultime due stagioni con 'Il Ventaglio', cerca di raccontarci una storia ambientata in una provincia di un indeterminato paese dell'est. Un luogo dove la sfera pubblica e privata si confondono e si contaminano, un luogo che rivela il tono gretto e piccino di questa umanità. Un luogo reale e immaginario allo stesso tempo, in grado di creare una visione graffiante per il pubblico di oggi. Una messa in scena che vede Alessandro Albertin e Stefano Scandaletti (talenti attori del nostro territorio) a ricoprire i ruoli principali: Sindaco e Chlestakov.

E il filo conduttore dell'eccellenza prosegue con gli spettacoli ospitati dallo Stabile: sarà la prima volta in assoluto dell'amico Toni Servillo a Padova e a Venezia con 'Le voci di dentro' una commedia 'nera' scritta da Eduardo De Filippo, una lettura poco comica ma certamente reale e introspettiva che vede in scena a fianco di Toni il fratello Peppe Servillo. Franco Branciaroli sarà l'assoluto protagonista dell'altra raffinata scrittura di Thomas Bernhard 'Il teatrante', autore che mi auguro il nostro pubblico abbia iniziato ad apprezzare. Con 'Le operette morali', regia di Mario Martone, si continua nell'opera del poeta di Recanati che in questi ultimi anni è stato oggetto di riflessione scenica e che si accinge a diventare anche una pellicola, sempre sotto la guida del regista partenopeo. Due opere di Ibsen coinvolgeranno gli spettatori di entrambi i teatri: a Padova Gabriele Lavia sarà regista e protagonista del dramma sociale 'I pilastri della società', in un allestimento che si preannuncia molto coinvolgente mentre al Goldoni di Venezia' andrà in scena 'Hedda Gabler' regia di Antonio Calenda con una brava e intensa Manuela Mandracchia accompagnata da Luciano Roman. La drammaturgia contemporanea anglosassone sarà nuovamente presente con 'The country' di Martin Crimp, intensa interpretazione di Laura Morante e Gigio Alberti.

A completare le proposte del teatro pubblico è la strepitosa macchina comica di un originale 'Il malato immaginario' regia di Marco Bernardi con l'istrionico Paolo Bonacelli a ricoprire il ruolo dell'ipocondriaco Argante.