Il ciclo di otto concerti organizzato a Venezia nell’autunno 2015 è l’occasione per ascoltare la musica da camera del compositore nella sua quasi totalità (trii, quartetto per archi, sonate per violino e violoncello, la Fantaisie-Quintette e numerose mélodies).
Come Bizet deve la sua gloria a una sola opera, Carmen, così la fama di Lalo, per i posteri, appare indissolubilmente legata alla Symphonie espagnole per violino e orchestra (1875), il cui successo internazionale non è mai venuto meno. Per i più curiosi, Lalo è anche l’autore del Roi d’Ys, un’opera ispirata a una leggenda bretone, che godeva ancora di una certa fama negli anni Settanta. È tutta qui la notorietà di questo artista, il quale univa a un temperamento rivoluzionario (che gli costò l’esclusione dagli ambienti “ufficiali”) un gusto troppo tedesco per soddisfare le regole dell’accademismo francese; tuttavia, fermarsi a questa visione semplicistica significa non conoscere Lalo e la sua opera. Per riabilitare il compositore in tutta la varietà che lo contraddistingue, in questa stagione il Palazzetto Bru Zane si impegna a far rinascere una parte importante della sua musica, dallo stile eterogeneo e spesso sorprendente: il ciclo di concerti veneziano permetterà di riscoprire i suoi trii, quartetto e quintetto, le sonate e molte delle sue trentadue mélodies, oggi quasi sconosciute. La pubblicazione della registrazione integrale della musica orchestrale e delle mélodies si accompagnerà alla ricreazione della sua ultima opera, La Jacquerie, completata da un compositore molto wagneriano, Arthur Coquard.